Non si può certo dire che al principale promotore della neonata “Unione del Parco Alta Valdera” sia mancata la capacità di convincere i propri colleghi sindaci a seguirlo in questa ennesima avventura. Peccato solo che queste doti di persuasione non siano state esercitate anche sui consiglieri comunali, per non parlare dei cittadini. Ma forse non è un caso. Non è un caso che non ci sia stato un solo dibattito, non un’assemblea pubblica, fino al giorno prima del voto. Sinceramente, ci saremmo aspettati più trasparenza e più coinvolgimento della cittadinanza da parte di chi ha giustificato proprio con la ricerca di maggior “partecipazione” l’uscita dall’Unione Valdera. Così come ci saremmo aspettati maggior coraggio da parte di chi non perde occasione per vantarsi della propria forza nello sfidare i diktat del proprio partito. Probabilmente è stata una scelta ben ponderata, vista l’esperienza fallimentare del tentativo di creare il “Comune unico dell’Alta Valdera”, nel 2013. Comunque sia andata, gli argomenti di persuasione e la meta di quest’ultimo viaggio sono rimasti di appannaggio esclusivo dei quattro sindaci fino all’ultimo. All’indomani del voto e dei brindisi compiaciuti, nei quattro Comuni, una nuova magia si sta compiendo, degna dei migliori spettacoli d’illusionismo: sta passando il messaggio che l’unica alternativa in gioco fosse quella tra le due Unioni. Così non è, e il fatto che non ci sia stato modo di discuterne prima è la dimostrazione che la fretta con cui si è consumato l’epilogo della Valdera ha reso un pessimo servizio ai cittadini di Terricciola, Peccioli, Chianni e Lajatico.
È per questo che riteniamo doveroso spiegare il significato del nostro voto: SÌ all’uscita dall’Unione a 12, NO all’ingresso nella nuova Unione a 4. Al di là dell’inaccettabile opacità del percorso seguito dai quattro sindaci, il nostro è stato un voto nel merito. A differenza di tutti gli altri gruppi consiliari, di maggioranza e minoranza, non ci è parsa convincente la scelta di uscire da un’Unione per infilarsi a capofitto in un’altra, senza nemmeno soffermarsi a fare due conti. Non è tanto (o non solo) il confronto tra quanto si spendeva prima e quanto si andrà a spendere ora, che ci interessa. Che la permanenza nell’Unione Valdera sia stata fallimentare lo hanno riconosciuto tutti quanti, per primi coloro che per disciplina di partito l’hanno accettata per otto lunghi anni. Che si possa far peggio è davvero improbabile. Ciò che non si è voluto concedere è il confronto tra l’ipotesi di Unione e quella di semplice Consorzio dei servizi. Ci (vi) hanno fatto credere che l’uscita dalla Valdera implicasse la costituzione di un nuovo ente di secondo livello, con la sua inutile zavorra e i relativi costi strutturali. Vi hanno detto (il giorno prima della ratifica) che la ragione principale è data dagli incentivi regionali alla creazione di nuove Unioni.
Incentivi tutt’altro che scontati. Vedremo se davvero la Regione sarà così ingenua da riconoscere il doppio degli incentivi a due mezze Unioni, e soprattutto vedremo se le scarse risorse a disposizione non verranno presto spostate sulle fusioni. Vi hanno detto poi che il motivo della fretta con cui si è consumata questa decisione è il timore di rimanere stritolati nel meccanismo delle Unioni: il timore della fusione forzata con Pontedera. Non è questa un’ammissione implicita del fatto che unendo i quattro Comuni la fusione diverrà pressoché inevitabile? È dunque questa la grande visione strategica di cui qualcuno si riempie la bocca? E i cittadini di Peccioli che hanno sonoramente bocciato la fusione con Capannoli e Palaia appena due anni fa, cosa ne pensano di questo mutato scenario? E come giustifica questa visione, il Sindaco di Terricciola, che tanto caparbiamente aveva declinato l’invito alla fusione con Peccioli nel 2013 e con altrettanta fierezza continua a dichiarare la propria avversione ad ogni ipotesi di fusione? Cosa ne pensano i suoi concittadini della scelta di divincolarsi da Pontedera per abbracciare così indissolubilmente Peccioli?
Fonte: Lista Civica Un Comune Per Tutti