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Furto di auto nell'officina del marito del sindaco. L'amarezza di Simona Rossetti in un post

Il sindaco di Cerreto Guidi, Simona Rossetti

Un ingente furto ha interessato a Stabbia la famiglia del sindaco di Cerreto Guidi, Simona Rossetti. Alcuni ladri sono infatti fuggiti con una Fiat 500 nuova senza targa, pronta per essere venduta, che si trovava nella officina gestita dal marito, la quale si trova nello stesso stabile dove vive la famiglia del primo cittadino.

I fatti sono accaduti nelle prime ore di ieri, sabato 5 marzo, intorno alle 3.30 del mattino: è la stessa Rossetti, tramite facebook, a darne notizia in un post dove partendo dal caso specifico affronta considerazioni più generali sul tema sicurezza.

Il testo lo proponiamo in calce all'articolo. Recentemente anche un altro primo cittadino della zona, quello di Vinci Giuseppe Torchia, era stato vittima di un'incursione di ladri in casa propria nella frazione di Spicchio.

IL POST DI SIMONA ROSSETTI

Svegliarsi alle 3,30 della notte perché si sentono strani rumori e uscire vedendo chi scappa correndo, chi guidando una macchina nuova rubata dopo aver scassinato ben bene cancelli, porte, vetrine.. Spavento, delusione, amarezza…
Avevamo già dato qualche anno fa, hanno già dato in molti.
Bene, siccome sono sempre stata disponibile al confronto e all’ascolto, mi piacerebbe tanto ascoltare voi che siete scappati.
Tutti i giorni ascolto persone che hanno problemi di lavoro, di salute, personali o familiari. E’ giustificabile rubare perché non si ha un lavoro?? No, cari, si cercano altre vie, legittime, si chiede aiuto alle istituzioni, alle associazioni, agli amici, alla famiglia!!!
C’è una parolina che si chiama “impegno” e che sembra essere passata di moda. Si, sapete, c’è chi tiene aperta un’officina per dieci ore al giorno e come tanta altra gente si sporca le mani lavorando.
E’ giusto essere vulnerabili come persone, cittadini, istituzioni? Penso proprio di no, e pensavo così un anno fa quando ho scritto al prefetto, pensavo la stessa cosa un mese fa quando ho riscritto al prefetto chiedendo collaborazione e aiuto a nome di una comunità. Le misure da attivare sono tante ma ce la possiamo fare.
No, cari, non cambierò i miei valori per voi, non lascerò alla rabbia lo spazio per travolgere la convinzione che si possa convivere pacificamente, anzi, affermerò con più forza di prima che questa non è la strada giusta: con le istituzioni si collabora, tra persone ci si parla, e la protezione si cerca con l’educazione e con la legge. Si, perché questi “piccoli reati” dovranno essere considerati “reati” prima o poi, altrimenti l’impunità trionfa. La normativa dovrà sostenere sempre la legalità e la giustizia sociale e collettiva.
Ringrazio sentitamente le forze dell’ordine che sono subito accorse e che si impegnano quotidianamente.

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