Il caso lo ha sollevato Giovanni Guerri nel corso dell'incontro organizzato dalla Società Storica Empolese sulle vecchie immagini della nostra città. Su alcune carte antiche, infatti, ha trovato Empoli chiamata Portus o In Portu. Avendo sempre sentito dire che Empoli derivava da Emporium, ovvero mercato, ecco che la novità merita quantomeno un approfondimento.
Andiamo con ordine per provare a capirci qualcosa. <In una visita ai Musei Vaticani - racconta Giovanni Guerri - notai che sulla enorme tavola 'Italia Antiqua' realizzata fra il 1580 ed il 1585, nel punto fra Elsa e Pesa e quindi dove sta la nostra Empoli, c'è scritto Portus. Nella tabula Peutingeriana, copia del XII-XIII secolo di un'antica carta romana che mostrava le vie militari dell'Impero e che si trova nella biblioteca nazionale di Vienna, fra Pisis e Florentia Tuscorum lungo l'Arnum flumen c'è indicato il nome In Portu. Se la prima non si sa a quando è databile visto che l'unica cosa certa è che il disegno è del 1500, la seconda ci riporta molto indietro nel tempo, addirittura all'antica Roma quando qui già c'era un insediamento con quel nome lungo quella che per secoli è stata una vera e propria autostrada, ovvero il fiume Arno>.
Passiamo ora alla famosa bolla del 3 dicembre 1059. Nel più antico documento ufficiale che riporta il nome della nostra città e che è custodito in Collegiata, il papa Niccolò II, nel bel mezzo della lotta per le investiture fra Papato e Impero, confermava canonicamente i preti empolesi nella vita collegiale sotto la guida del pievano Martino, rettore della chiesa di Sant’Andrea ‘site Impoli’. Qui, quindi, si parla di Impoli e non più, come accaduto prima, di Portus o In Portu.
Le carte mostrate da Giovanni Guerri dimostrano insomma che In portu o Portus è il nome più antico della nostra città che ci è dato trovare ed è facile pensare che sia stato assegnato per la sua posizione geografica nel mezzo tra Firenze e Pisa e lungo l'Arno, posizione che ne faceva il porto per eccellenza. La bolla papale, poi, parla di Impoli. Si apre così un'altra questione: visto che ad un certo punto, su un documento ufficiale a firma del Papa, compare Impoli, come si arriva da In portu o Portus a Impoli? Qui si entra nel campo della etimologia e quindi ci fermiamo, possiamo solo ipotizzare una deformazione fonetica o chissà cosa altro nel corso dei secoli.
L'unica certezza che smonta quanto tanti pensavano è che Emporium proprio non c'entra niente. Questo nome, infatti, non compare mai nei documenti medievali e arriva molto tardi facendo così pensare ad una costruzione a tavolino. Prova ne sia che negli statuti comunali del 1416 e 1428 che Mauro Guerrini e Fausto Berti hanno trascritto e pubblicato nel 1980 mai compare questo nome.
Non ci spiega la cosa nemmeno l'avvocato Giuliano Lastraioli che, nel suo 'Mille anni di storia di Empoli in cento pagine', snobba la questione circa l'etimologia di Empoli prendendo atto che tutte le suggestioni sono inaffidabili: <I notai umanisti a cavallo fra il Trecento e il Quattrocento - scrive l'avvocato - latinizzarono l’oscuro topònimo nell’azzeccato neutro ‘Emporium’, col pertinente significato di mercato, e così tolsero il vin dai fiaschi e le castagne dal fuoco. Prima di allora se ne leggeva di tutti i colori: Impori, Impolis, Empulum, Empolis e chi più ne ha più ne metta. C’è di che saziare in eterno la libidine erudita dei grecisti, dei romanisti, dei germanisti, senza che nessuno sia mai venuto a capo di nulla. Prendiamo dunque Empoli così com’è, uno e trino od una e trina, tanto non cambia niente>