Se avevate dubbi sulla consueta buona riuscita di un concerto delle SINAPSY INTERROTTE, devo ammettere che io, invece, di dubbi non ne avevo neppure uno. Infatti lo spettacolo tenutosi al The Alchemist Pub di Empoli il 19 febbraio scorso, ha riscosso il meritato successo in termini di affluenza di pubblico oltre che di qualità e originalità.
Curiosa come sempre, non riuscendo a rubare nessuna anticipazione, mi sono chiesta più volte cosa la band si potesse essere inventata stavolta. Perché ormai è chiaro che, quando si parla di loro, protagonista sul palco non è mai solo la musica ma anche la performance, la trovata geniale che fa da filo conduttore a tutto lo Show. Perché proprio di questo si tratta, di uno Show in piena regola. Divertente, coinvolgente, frizzante, irriverente...
Andrea Salani al basso, Alessio Saccoccio alla chitarra solista, Michele Sperduto alle tastiere, Simone Gasparri alla batteria e Daniele Saccoccio, chitarra e voce del gruppo, insieme da circa dodici anni, sono stati geniali come sempre. Eclettici e poliedrici show man, anche stavolta non hanno deluso le aspettative del loro pubblico, portando in scena un rock demenziale che abbraccia tematiche comuni rendendole tutto ad un tratto speciali, esilaranti. Il ricchissimo repertorio di pezzi inediti e le loro istrioniche performance, contribuiscono sempre a far riempire i locali che li ospitano, vuoi per l’affetto e la stima del pubblico che li segue da anni, vuoi perché veramente sono una boccata d’aria fresca, un’iniezione di buon umore.
Ma toniamo alla performance. Quella che hanno proposto questa volta è strettamente collegata all’attualità. Satira che ha centrato perfettamente il bersaglio. Preparata in una manciata di prove, i cinque delle Sinapsy hanno pensato bene di ispirarsi alla tanto discussa visita del presidente iraniano Hassan Rohani in Italia. Da qui il titolo dello spettacolo SINAPSY INTERROTTE CENSORED.
Il palco del locale è stato completamente transennato con lenzuola bianche e cartelli che indicavano, appunto, la censura applicata alla loro esibizione. Così, come dietro a osceni pannelli bianchi sono state nascoste la Venere Esquilina e il Dioniso degli Horti Lamiani perché nudi, la barricata sul palco ha inizialmente censurare loro che, puntualissimi, si sono presentati in sala in accappatoio superando il muro di cotone bianco che li divideva dagli strumenti. Al seguito il tastierista che, come ormai di consuetudine, si differenzia dai compagni, in un gioco sempre diverso che stavolta l’ha visto vestito, casualmente, in stile mediorientale…
Per i primi minuti dell’esibizione la censura l’ha fatta da padrona e ascoltare la musica attraverso il paravento è stata l’unica cosa possibile da fare. Ma per fortuna il concerto censurato ha lasciato presto il posto alla libertà che arte e cultura dovrebbero sempre avere. Lo spettacolo è così proseguito con quattro irriverenti David di Michelangelo che hanno fatto bella mostra di sé in barba al, se così vogliamo dire, comune senso del pudore.
Ricca la scaletta presentata. Le Sinapsy Interrotte hanno infatti al loro attivo più o meno trenta pezzi composti nell’arco di un decennio, un terzo dei quali ascoltabili nel primo lavoro inciso nel 2008, dal titolo “Si si , lo so!” e contenente brani godibilissimi accomunati da una imperturbabile leggerezza che si bea di giochi di parole ben riusciti. In ognuna delle canzoni proposte c’è un forte lavoro di ricerca, anche se a parlare con la band sembra che tutto venga fuori in maniera così naturale da non essere neppure considerato tale.
Insomma, un vero e proprio show comico satirico il cui ingrediente essenziale resta però sempre la musica.
Innegabile poi l’impatto che un gruppo tanto coeso ed esuberante riesce ad avere anno dopo anno sulla platea in termini di coinvolgimento e affetto. I cinque musicisti dalle doti tecniche invidiabili hanno insomma dato il meglio di sé anche stavolta in un concerto da godersi fino all’ultima nota.
A breve la band sarà impegnata nell’incisione di un nuovo Cd. E io non vedo l’ora di ascoltarlo.
Giusi Alessandra Vaccaro
Grazie a Carlotta Toniolo per le foto