Il SerT di Empoli, da sempre impegnato nel trattamento delle varie forme di dipendenza patologica a partire dalla dipendenza da sostanze stupefacenti, propone vari tipi di percorsi terapeutici, che, in molti casi, seppur impegnativi e prolungati nel tempo, si concludono con successo.
Gli interventi dell’unità operativa complessa Farmacotossicodipendenze, diretta dalla dottoressa Maura Tedici, non si fermano qui. Gli specialisti del SerT di Empoli si dedicano anche alla prevenzione primaria e secondaria, nella cosiddetta ottica di “riduzione del danno”, rivolgendosi in particolare alla popolazione residente di tossicodipendenti, ovvero si dedicano a quella prevenzione relativa al contagio di malattie infettive quali HIV, Epatite B ed Epatite C. Il rischio di contrarre tali patologie è favorito, soprattutto, ma non esclusivamente, dal consumo delle sostanze stupefacenti per via iniettiva o comunque dai comportamenti impulsivi tipici di chi si trova nella fase attiva del consumo di droghe.
“In ambito sanitario, la prevenzione è la pratica che promuove la salute ed il benessere individuale e collettivo, riducendo la mortalità, la morbilità o gli effetti dovuti a determinati fattori di rischio o a una certa patologia - ha dichiarato la dottoressa Maura Tedici - La prevenzione primaria si basa su interventi in grado di evitare o ridurre a monte l'insorgenza di una malattia, mentre la prevenzione secondaria mira alla diagnosi precoce, permettendo così di intervenire in tempo sulla stessa, dal momento che la precocità di intervento aumenta notevolmente le opportunità terapeutiche a disposizione del paziente e anche la loro efficacia, migliorando, dunque, la prognosi”.
IL PROGETTO SICURBOX
Come presidio di prevenzione primaria, il SerT di Empoli, in collaborazione con le farmacie comunali e alcune farmacie private del territorio, distribuisce, gratuitamente, fin dal 1997, il kit denominato Sicurbox.
Il materiale (2 siringhe da insulina monouso, 2 fiale di acqua distillata, 2 salviette di disinfettante, n. 1 cartoncino con indicazioni per contattare il SerT) è contenuto all’interno di una confezione che ha anche il compito di raccogliere lo stesso, una volta utilizzato.
Il progetto Sicurbox mira a promuovere, all’interno della popolazione consumatrice di sostanze per via endovenosa, l’uso personale della siringa e a evitare la condivisione degli accessori utilizzati allo scopo iniettivo, comportamento indispensabile nell’ottica di prevenzione del contagio di malattie infettive. La disinfezione, inoltre, è un efficace mezzo per evitare complicanze infettive locali. La presenza sulla confezione delle informazioni di contatto del SerT serve di stimolo per il tossicodipendente a rivolgersi alla struttura dedicata, anche solo per un primo contatto per avere informazioni sanitarie o consigli su eventuali trattamenti effettuabili.
Nel corso dell’anno 2015 nella zona Empolese-Valdelsa sono stati consegnati 1050 Sicurbox e nella zona del Valdarno Inferiore ben 1640, per un totale complessivo annuo di2690. Il numero dei kit consegnati risulta in aumento rispetto agli anni precedenti, a testimonianza della forte richiesta.
LO SCREENING INFETTIVOLOGICO
Presso il SerT, inoltre, nell’ottica della prevenzione secondaria, è attivo uno Staff, dedicato allo screening infettivologico (composto da due medici tossicologi e due infermieri professionali del servizio), orientato alla prevenzione e alla diagnosi precoce dell’Epatite B, dell’Epatite C e dell’HIV, oltre che di alcune malattie sessualmente trasmesse quali la Lue. Tutti i pazienti in carico vengono visitati dai medici dello Staff e viene loro fortemente consigliato di sottoporsi a un esame ematico finalizzato sia ad un controllo generale dello stato di salute sia al riscontro di un eventuale contagio con i microrganismi sopra indicati. Il prelievo viene effettuato in sede, dopo il colloquio di counselling.
In assenza di comportamenti a rischio, i pazienti vengono testati annualmente, mentre nel caso di comportamenti a rischio (con riferimento allo scambio di siringhe e alla condivisione degli accessori utilizzati allo scopo iniettivo, rapporti sessuali non protetti, effettuazione di tatuaggi e o piercing in ambiente non sterile) i pazienti vengono opportunamente informati in merito. Nel caso di positività, questi soggetti vengono inviati per gli approfondimenti diagnostici e le terapie del caso all’ambulatorio di malattie infettive. Inoltre, se in base ai risultati dello screening il paziente non risulta immune per l’Epatite B, gli viene proposta la vaccinazione, effettuata in sede.
Dal 1 novembre 2015 (data di inaugurazione dello Staff dedicato allo screening infettivologico) al 31 gennaio 2016 sono stati sottoposti a screening 159 pazienti, circa un quarto dei pazienti in carico al SerT. Il 16% dei pazienti screenati è stato inviato all’ambulatorio delle malattie infettive per approfondimenti; il 50% è risultato immune all’Epatite B; al restante 50% non immune è stata proposta la vaccinazione effettuata sulla quasi totalità dei pazienti.
Lo Staff dedicato si aggiorna periodicamente, partecipando a corsi regionali e nazionali specifici sul tema delle malattie infettive: nei giorni 17 e 18 febbraio prossimi sarà a Roma per partecipare a un corso, che si terrà nei locali dell’Istituto Superiore di Sanità.
Fonte: Ufficio stampa Empoli Asl Area Vasta Centro