Chiarezza, trasparenza e rispetto delle regole. Lo chiedono in sindacati in vista dell'accorpamento delle ASL



Rispetto delle regole, partecipazione e trasparenza da parte dell'azienda. Sono questi i tre elementi che i sindacati di rappresentanza delle professioni sanitarie richiedono in vista dell'accorpamento delle ASL.
Elementi che a sentire chi ha parlato in conferenza stampa oggi, mercoledì 10 febbraio, nei locali della Azienda Sanitaria di via dei Cappuccini a Empoli, sono venuti meno e anzi, sono del tutto mancati nel progetto di riorganizzazione che sfocerà nell'ASL Area Vasta Centro che ingloberà Prato, Pistoia, Firenze (quindi anche l'Empolese-Valdelsa) e la parte pisana della Zona del Cuoio in una sola azienda.

"Non c'è mai stata nessuna risposta da parte degli organi competenti sulle sorti dei lavoratori dopo l'accorpamento delle ASL -. dice Paolo Prosperi, coordinatore RSU-CGIL - Non c'è stata un'informativa nei confronti dei lavoratori, come peraltro dev'essere da contratto, circa i nuovi percorsi di riorganizzazione delle ASL".

Le sigle sindacali rivendicano innanzitutto i disagi che questa riorganizzazione porterà ai cittadini, elencando una serie di conseguenze a catena che investiranno tutto il comparto sanitario. Viene contestato il paventato smembramento dei servizi (pare che parte del dipartimento di senologia di Empoli possa essere trasferito a Firenze a Villa Regini). Una partizione che minerebbe l'eccellenza del servizio, creando quindi disagio fra gli stessi pazienti, costretti ad adattarsi a metodi di lavoro differenti pur facendo parte dello stesso processo assistenziale.
C'è anche la questione della dotazione organica. Nei reparti manca personale medico, infermieristico, socio-sanitario, fattore questo che determina inevitabilmente da una parte un lavoro poco sereno e dall'altra delle cure ricevute in maniera non adeguata, visto che proprio il personale sotto organico è costretto a fare i salti mortali per assistere a dovere l'utenza. Per cui, ciò che i sindacati rilevano, è anche l'incognita sulla parte che le assunzioni prenderanno nella nuova riorganizzazione aziendale.
Riorganizzazione che però non sembra essere chiara alle organizzazioni sindacali presenti alla conferenza stampa, visto che proprio la mancanza di comunicazione da parte dei vertici non fa presagire ai lavoratori niente di buono.

"La mancanza di programmazione fa sì che non si possa nemmeno organizzare il lavoro estivo dei reparti - conferma Massimo Cataldo, rappresentante della CISL -. Di solito fra febbraio e marzo vengono programmate le ferie del personale e quindi tutto il lavoro di copertura dei posti vacanti del periodo estivo. Noi non siamo ancora in grado di fare questo tipo di programmazione perché non sappiamo che organico avremo con la nuova ASL allargata, né chi coordinerà questo tipo di lavoro".
"Tra l'altro c'è anche il rischio che vengano immesse delle figure stagionali esterne - gli fa eco Gianni Piccini, segretario del NurSind - che oltre a non rispettare i contratti di assunzione per quello che sono, andranno sicuramente a danneggiare il lavoro di squadra che viene effettuato nei reparti".

La via verso la privatizzazione della professione è una paura che i sindacati hanno manifestato senza mezzi termini, temendo appunto che questa mancanza di programmazione possa aprire le porte a forme contrattuali che non garantirebbero la continuità assistenziale, insieme a quella professionalità necessaria che richiede l'ambito sanitario.

Alla conferenza stampa, oltre al NurSind e alla CISL, hanno partecipato anche la UIL-FPL e la CGIL, che si sono unite all'appello nei confronti delle dirigenze aziendali e delle forze politiche affinché ci sia trasparenza e chiarezza nella programmazione della riorganizzazione di un sevizio fondamentale innanzitutto per la cittadinanza.

Christian Santini

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