Grave atto di violenza questa mattina nel campo sportivo interno alla Casa Circondariale di Sollicciano a Firenze, dove si è verificata una violenta rissa tra ristretti stranieri. A darne notizia è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, il primo e più rappresentativo della Categoria.
“Questa mattina, poco prima delle 11, nel campo sportivo del carcere c'è stata una violenta rissa tra alcuni detenuti marocchini e un gruppo di ristretti albanesi, che si sono fronteggiati con calci, pugni e lancio di oggetti”, spiega il Segretario Regionale SAPPE della Toscana Pasquale SALEMME. “Forse il pretesto del furioso pestaggio tra i detenuti stranieri, tutti ristretti nella VI Sezione detentiva del carcere, è tra i più futili, ossia l’incapacità di convivere – seppur tra le sbarre – con persone diverse. O forse le ragioni sono da ricercare in screzi di vita penitenziaria o in sgarbi avvenuti fuori dal carcere. Fatto sta che stamane se le sono date di santa ragione. E se non fosse stato per il tempestivo interno dei poliziotti penitenziari le conseguenze della rissa potevano essere peggiori. I Baschi Azzurri della Polizia Penitenziaria sono stati dunque bravi a evitare gravi conseguenze. A loro va l’apprezzamento e la solidarietà del primo Sindacato della Polizia Penitenziaria, il SAPPE”.
Attualmente, nel carcere di Sollicciano a Firenze, sono ristretti 696 detenuti (comprese 66 donne) rispetto alla capienza complessiva di 494 posti letto: 456 sono gli stranieri presenti, il 66% dei ristretti.
“La rissa nel carcere di Sollicciano” aggiunge da Roma, il Segretario Generale del SAPPE Donato Capece “conferma che tenere i detenuti a non far nulla, anche nei momenti previsti di socialità, può essere grave e pericoloso. Ma deve fare seriamente riflettere anche sulle pericolose condizioni di lavoro dei poliziotti penitenziari, che ogni giorno di più rischiano la propria vita nelle incendiarie celle delle carceri italiane. Le carceri sono più sicure assumendo gli Agenti di Polizia Penitenziaria che mancano, finanziando gli interventi per far funzionare i sistemi antiscavalcamento, potenziando i livelli di sicurezza delle carceri, espellendo i detenuti stranieri. Altro che la vigilanza dinamica, che vorrebbe meno ore i detenuti in cella senza però fare alcunchè. Al superamento del concetto dello spazio di perimetrazione della cella e alla maggiore apertura per i detenuti deve associarsi la necessità che questi svolgano attività lavorativa e che il personale di Polizia Penitenziaria sia esentato da responsabilità derivanti da un servizio svolto in modo dinamico, che vuol dire porre in capo a un solo poliziotto quello che oggi fanno quattro o più agenti, a tutto discapito della sicurezza. Le idee e i progetti dell’Amministrazione Penitenziaria, in questa direzione, si confermano ogni giorno di più fallimentari e sbagliati così come ribadiamo che per il SAPPE è fondamentale espellere i detenuti stranieri facendo scontare loro la pena in carceri dei Paesi di origine”.
Capece e Salemme concludono sostenendo che “la Polizia Penitenziaria continua a ‘tenere botta’, nonostante le quotidiane aggressioni. Ma è sotto gli occhi di tutti che servono urgenti provvedimenti per frenare la spirale di violenza che ogni giorno coinvolge, loro malgrado, appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria nelle carceri italiane, per adulti e minori. Come dimostra quel che è accaduto ieri nella Casa circondariale di Sollicciano a Firenze”.