
Si è tenuta nella diocesi di San Miniato la consueta riunione con il vescovo e i giornalisti per il patrono degli operatori di comunicazione San Francesco di Sales: un momento di incontro e di preghiera al vescovado e nel seminario del centro storico. Ieri, lunedì 25 gennaio, l'appuntamento è stato speciale perché per la prima volta il vescovo Andrea Migliavacca, da pochi mesi entrato ufficialmente in diocesi, ha ufficiato la cerimonia: lo scorso anno era presente l'amministratore diocesano don Morello Morelli.
Dopo la cena il vescovo originario di Pavia ha voluto leggere degli stralci del messaggio del papa per la 50esima Giornata Mondiale delle comunicazioni sociali, a tema: "Comunicazione e Misericordia, un incontro fecondo". "E' importante che al di là del mezzo con cui si comunica si trasmetta il messaggio dell'amore di Dio. Il vostro compito - afferma Migliavacca rivolto agli operatori presenti - è quello di fare comunicazione, ovvero saper anche ascoltare, presupposto che appartiene anche ai credenti".
A margine dell'incontro il vescovo si è intrattenuto per alcune domande: dal suo soggiorno in Toscana al Family Day fino al rapporto con i giovani, per lui che è il vescovo più giovane d'Italia.
La comunicazione sui social media apparteneva anche al vescovo: "Avevo un profilo Facebook ma al tempo della nomina l'ho fermato perché sono stato inondato dalle richieste d'amicizia di persone che non conoscevo. Sto pensando se aprire una pagina come personaggio pubblico per poter gestire meglio la cosa, oltre a riattivare il profilo Twitter che ho ma non uso".
"Mi sono subito ambientato con il clima della città - commenta scherzando sulla nebbia pavese - però questa è una realtà molto diversa da quella da cui provengo: ci sono molti piccoli centri che devo visitare, finora mi hanno accolto molto bene nelle parrocchie che ho visitato".
"A Pavia avevamo il problema della movida: essendo città universitaria la sera i ragazzi facevano tardi in piazza e alle volte c'erano dei problemi. Al momento del mio trasferimento qui ironizzando ho detto che la movida la porto io! Scherzi a parte, vorrei costruire delle occasioni di ritrovo anche con i giovani. Un pensiero potrebbe essere un aperitivo con il vescovo in piazza del Duomo", continua.
Tornando su temi di più ampio respiro, Migliavacca si ricollega alle parole del papa sulla questione della famiglia: "Prima di entrare nel merito della manifestazione di sabato 30 gennaio, il 'Family Day', e sulla questione delle unioni civili, penso sia opportuno ricordare che la Chiesa, prima di tutto, è chiamata ad accogliere le persone, con le loro storie, il loro vissuto, la loro esperienza.
Riguardo alla famiglia, l’insegnamento della Chiesa è chiaro: essa si fonda sul matrimonio che può essere solo tra un uomo e una donna. La famiglia, così intesa, è una ricchezza da tutelare e sostenere e la Chiesa sprona la politica a interessarsi anche ai problemi e alle ferite che turbano le famiglie.
Sugli altri tipi di unioni diverse da quelle della famiglia tradizionale è compito della politica decidere se e in che modo legiferare. Infine, sul Family Day e sulle altre manifestazioni di piazza, in cui alcuni cittadini esprimono la loro opinione su temi così importanti, ciascuno potrà valutare e mettere in atto le forme che ritiene più idonee per manifestare il proprio pensiero, in base alla propria sensibilità".
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