Era il 2011 quando a Londra, in occasione del congresso mondiale Caos-Computer assisted orthopedic surgery, l’ingegner Vincenzo Ferrari (ricercatore di Ingegneria biomedica) ed il dottor Paolo Parchi (Unità operativa di Ortopedia 1 universitaria, diretta dal professor Michele Lisanti) presentarono i risultati di un lavoro sviluppato in EndoCAS (il Centro di eccellenza per la chirurgia assistita al calcolatore dell’Università di Pisa, diretto dal professor Mauro Ferrari, che ha sede all’Ospedale di Cisanello). Da allora il gruppo di ricerca ha ottimizzato la soluzione per la chirurgia spinale grazie al lavoro delle due ingegnere Sara Condino e Marina Carbone, entrambe post-dottorande di EndoCAS, e lo scorso luglio è stato operato con successo, dal dottor Parchi, il primo paziente seguendo questo nuovo approccio che consente la massima precisione grazie alla guida, assistita al calcolatore, nell’inserimento delle viti.
Questa guida si avvale, in particolare, di ‘dime’ chirurgiche (ausili per il posizionamento certo degli impianti) ideate a Pisa, che permettono appunto di guidare con estrema precisione le viti nell’intervento di fusione spinale; un’alternativa sicuramente più efficiente ed economica per gli interventi in chirurgia aperta. Il gruppo di ricerca pisano ha creato pertanto un’azienda spinoff, che riporta sia il marchio dell’Università di Pisa sia della Scuola superiore Sant’Anna, per immettere a breve la soluzione sul mercato. Il brevetto descrive come realizzare ed adattare, sulla base delle immagini radiologiche del paziente, una dima chirurgica dotata di cannule di foratura da adagiare sulle vertebre del paziente per poi procedere con precisione e sicurezza alla fase di cruciale foratura ed inserimento delle viti. In questo tipo di interventi, ormai frequenti sia in Italia che nel resto del mondo, la precisione nell’impianto delle viti è proprio l’aspetto cruciale per il buon esito della procedura chirurgica e per questo motivo sul mercato sono appena uscite anche complesse soluzioni robotiche