Ai microfoni di Radio Lady, durante il programma Liberi Tutti, ha raccontato il suo nuovo spettacolo teatrale Vania Pucci. 'Tornando a casa', questo il titolo dell'opera, sarà presentato mercoledì 27 gennaio, alle ore 21:00, al Teatro del Popolo di Castelfiorentino, proprio in occasione della Giornata della Memoria. Di Giallo Mare Minimal il compito di produrre lo spettacolo.
Tornando a casa, un progetto che inserisce all'interno di un percorso sulla Memoria: "È una nostra idea quella di lavorare sulla Memoria, per sapere cos'è successo e dare voce a chi ci hanno aiutato a essere come siamo adesso. Abbiamo saputo che a Castelfiorentino vive Alberto Pallecchi, che è un reduce dell'Armir, l'armata che si impegnò nella campagna di Russia, che tra l'altro ha scritto un piccolo libro di memorie. Abbiamo capito quali sono state le sue vicissitudini per poter tornare a casa, addirittura salvato per miracolo grazie all'aiuto di qualcuno e al destino".
Partire da un racconto vero, da memorie di vita vissuta, per poi narrare la storia: "La storia, con la S maiuscola, è fatta dalle persone e ci piace affrontarla dal punto di vista di chi l'ha vissuta sulla propria pelle per poterla far sentire più vicina. Possiamo capire quali sono stati tutti i momenti e i passaggi di cose che sembrano molto lontane, ma tanto lontane alla fine non so. La memoria orale a questo punto scarseggia, dobbiamo fare tesoro di chi può ancora raccontarcelo".
La campagna di Russia è uno degli episodi forse meno conosciuti: "Un po' meno raccontata per motivi politici, nonostante le migliaia di morti che hanno portato anche vergogna. Noi l'abbiamo voluta raccontare".
Oltre a chi doveva tornare: "Sì parlerà anche di chi aspettava. È un parallelo col viaggio di Ulisse, il ritorno a casa per eccellenza, e quindi ci siamo immaginati come tutti questi reduci avessero a casa una Penelope ad aspettarli, che fossero la madre, la famiglia o la moglie, e che magari fino all'ultimo lo hanno fatto invano. Tanti sono stati dati per dispersi e in quella campagna russa spesso significava che erano morti".
Chi metterà in scena sul palco questo spettacolo? "Siamo in 21 tra attori e attrici. E' un'azione corale con professionisti e allievi dei laboratori teatrali del Teatro del Popolo. L'età è molto varia, dai 12 anni fino ai 70. E' un lavoro intergenerazionale e ci piace moltissimo lavorare così, con tante esperienze diverse".