gonews.it

Ingegnere e dj, Michele Ghilardi a Londra: "Puoi trovare lavoro anche a un party"

Michele Ghilardi

Nome: Michele Ghilardi
Anni: 27
Cresciuto a: Lucca
Studi: Ingegneria Biomedica Magistrale a Pisa
Residenza e professione: Londra, Ricercatore e musicista
Lavoro in Italia: nessun lavoro fisso, solo qualche serata ogni tanto nella ristorazione, come fonico e come dj
Prima esperienza all’estero: Per il progetto di tesi triennale sono stato a lavorare in Svizzera al centro di ricerca EMPA

Perché hai deciso di andare all’estero? Perché mi piace viaggiare, fare nuove esperienze ma, più semplicemente, perché se ne é presentata la possibilità

Quali sono le principali differenze fra il mondo del lavoro italiano e quello estero? Devo dire che non posso effettivamente parlare del mondo del lavoro a Londra in prima persona ma più per esperienze di amici e conoscenti, visto che io sono arrivato là già con un lavoro e non uno 'tradizionale' ma un lavoro come ricercatore nell’università, che é un ambiente dove le regole del gioco sono differenti.

Da quello che vedo e sento tutti i giorni da amici, coinquilini e persone che incontro anche a caso, è un ambiente molto dinamico e che offre tantissime possibilità. Per farti un paio di esempi un mio coinquilino è uno chef e quando si stufa di un lavoro semplicemente si licenzia, ne cerca un altro e nel giro di un mesetto al massimo è già sistemato, magari con una vacanza in mezzo.

Un altro mio coinquilino è un designer e, quando si è concluso il suo contratto presso uno studio, ha lavorato per un po’ in freelancing fino a quando è entrato in contatto con uno studio con cui gli interessava collaborare ed é stato assunto lì.

Cambia moltissimo tra lavoro specializzato e non: andando senza un titolo di studio o una professione in mano é comunque facile trovare lavoro nella ristorazione o in catene ad esempio, con uno stipendio basso che non ti permette di “godertela” ma comunque ti permette di sopravvivere.

Se invece si va a cercare lavoro con un buon titolo di studio o con esperienze solide alle spalle in un settore, il ventaglio delle possibilità si allarga ed anche gli stipendi salgono molto. Una delle cose più stimolanti secondo me, é la possibilità di conoscere persone con background diversissimi e farsi contatti che permettono di crescere in tutti i sensi sia a livello personale che di carriera, qualsiasi essa sia.

Non è affatto da escludere che a una festa in un warehouse ad Hackney Wick alle 4 di mattina e dopo diversi drink tu possa incontrare il manager di una compagnia del tuo settore, oppure un regista che sta cercando un musicista per una colonna sonora, oppure un barman che sta per lasciare il proprio lavoro e deve cercare un rimpiazzo con il quale inizi a chiacchierare e finisce che il giorno dopo ti sei trovato un lavoro o un progetto nuovo.

La vita e il lavoro all’estero sono diversi dall’idea che ti eri fatto prima di partire? In realtà non mi faccio mai molti 'filmini', prima di partire pensavo semplicemente che sarebbe stata un esperienza in generale positiva e interessante e non mi sbagliavo affatto.

Cosa ti manca dell'Italia? Per fortuna niente, perché ho la possibilità di organizzarmi con il lavoro autonomamente e riesco a tornare molto spesso visti anche i costi bassissimi dei voli, e poi mi porto sempre dietro parmigiano e olio buono!

Torneresti a lavorare in Italia? E perché no? Per un altro paio di anni sarò là, dopo chissà...

Ha qualche aneddoto sulla permanenza all'estero? Non mi viene in mente niente di preciso, però un sacco di concerti, serate fuori, giri ai mercatini e colazioni all’inglese!

Exit mobile version