Categorizzare: necessario ma pericoloso

Spesso siamo soliti dare definizioni e etichettare le cose, ma anche le persone, in base alle categorie di appartenenza: ad esempio il cane è all’interno della macrocategoria animali ,e all’interno della categoria cane possiamo trovare le varie razze barboncino, labrador, border collie; e nonostante queste siano già categorie molto piccole, all’interno di ognuna e possibile fare ulteriori classificazioni per altre diverse caratteristiche.
La categorizzazione consiste nel dividere la realtà in porzioni più o meno piccole. La nostra mente riesce a dare un senso alla realtà attraverso le categorie, in assenza delle quali avremmo un sovraccarico di informazioni separate l’una dall’altra, alle quali sarebbe difficile dare un significato.
Senza la capacità di identificare e categorizzare gli elementi, sarebbe impossibile apprendere, ragionare, prendere decisioni.
Le categorie sono e devono, però, essere fluide in modo che uno stesso oggetto possa passare da una categoria all’altra. È importante tener presente il concetto di fluidità degli oggetti o delle persone nelle categorie, perché se vediamo le categorie in maniera rigida e non più fluida, riusciremo a vedere le categorie solo per come le abbiamo memorizzate e c’è il rischio di incorrere in conseguenze veramente spiacevoli.
Facciamo un esempio eccessivo per comprendere le conseguenze dell’utilizzo rigido di categorie per gli oggetti (fissità funzionale).
L’oggetto coltello può far parte della categoria “utensili da cucina” o della categoria “armi da taglio”: l’oggetto è lo stesso, ma a seconda dell’uso che ne facciamo cambia il suo significato e il suo utilizzo.
Se conoscete solo il significato di “utensile da cucina” e vi trovate minacciati di morte da un malvivente e avete a portata di mano un coltello, se le vostre categorie sono rigide e il coltello per voi rientra solo nella categoria “utensili da cucina”, al massimo potrete offrirgli una fetta di pane con il prosciutto! Se invece le vostre categorie saranno fluide, quel coltello diventarà la vostra arma di difesa!
Questo esempio riguarda un oggetto, ma proviamo a pensare alla rigidità nel categorizzare una persona e definirla solo attraverso poche categorie: andremo incontro al pregiudizio!
Il pregiudizio è un processo che porta ad attribuire a una persona sconosciuta, i tratti e le caratteristiche ritenute tipiche del suo gruppo di appartenenza” (Brown, 1990).
La tendenza a categorizzare è purtroppo una parte importante della realtà che stiamo vivendo: se pensiamo alla categoria “extracomunitari” e la definiamo con poche caratteristiche ben precise, rischiamo di credere che tutte le persone extracomunitarie abbiano quelle caratteristiche, anche se nella realtà non è così! Le conseguenze di questo tipo di pensiero sono le discriminazioni , il razzismo, i pregiudizi basati su pochi elementi: tutto questo, lo sappiamo e lo vediamo, è molto pericoloso!
Categorizziamo continuamente in maniera quasi automatica, ma fermiamoci a pensare. Siamo soliti ritenere che una persona laureata sia più erudita e intelligente di una persona senza una laurea: in realtà, tutti noi conosciamo persone non laureate estremamente colte e curiose di ciò che gli sta intorno, con le quali è possibile spaziare su molti e diversi argomenti e magari conosciamo persone con la laurea interessate e capaci solo nel loro piccolo ramo.
Chiunque può venir etichettato per il lavoro che fa o per quello che non fa, per come appare fisicamente, per come si muove, per la provenienza… ma non dobbiamo mai dimenticarci che quella persona, che siamo tentati di definire, etichettare, giudicare, è sempre molto altro: una persona può essere allo stesso tempo uno scrittore, un musicista, un rivoluzionario, uno con gli occhiali e i capelli rossi, ma anche un amante, un amico, un disonesto nel lavoro, un onesto nelle amicizie e molte altre persone, tutte riconducibili allo stesso individuo e alla sua storia.
È importante quindi essere fluidi nelle categorizzazioni o nei giudizi che diamo a noi stessi e agli altri e ricordarci di non includere in poche categorie l’altro, perché questo ci porterà ad avere un giudizio povero e a perdere la possibilità di apprezzare la ricchezza delle diverse sfumature altrui.

Nel caso in cui vogliate suggerirci un argomento da affrontare o esporci una vostra problematica o preoccupazione scriveteci a studiopsicologicoilcammino@gmail.com e noi vi risponderemo o pubblicando la lettera in forma anonima o affrontando la tematica da voi richiesta

Dania Prestini