A chiunque può capitare di tornare a casa stressato dal lavoro, ma alcune volte ci sono lavoratori che presentano livelli di stress e disagio psicologico ben al di sopra della media. Questo fenomeno in psicologia è noto come Burn-out: una sindrome dovuta a un processo stressogeno che causa, in ambito lavorativo, una perdita della motivazione e del raggiungimento degli obiettivi nelle proprie mansioni. È una vera e propria forma di esaurimento o logorio, che spesso deriva dalla natura di alcune professioni; è un’esperienza soggettiva di cattivo rapporto con il lavoro, che generalmente succede ad uno stato tradizionale di stress lavorativo e permuta in una grave forma con specifiche caratteristiche negative in termini di salute, produttività e soddisfazione lavorativa. È stato riscontrato che il Burn-out si sviluppa più facilmente in coloro che svolgono professioni d’aiuto o che entrano continuamente in contatto con persone che vivono stati di disagio o sofferenza. Alcuni studi indicano che è il costante contatto con le emozioni dolorose degli altri a generare questo fenomeno, ciò espone il professionista a fonti non indifferenti di stress, che può tramutarsi in Burn-out. Questa eccessiva vicinanza emotiva può portare al superamento della soglia di stress personale creando una confusione emotiva interiore tra se stessi e l’altro che può essere vissuta inizialmente come una semplice stanchezza o sensazione di aver lottato con un problema.
Come si crea?
Il burn out è una risposta di tipo affettivo dell’organismo, che, pur attivandosi secondo i normali canali di stress, si ritrova a perdere la “sincronia” tra stato di attivazione e necessità di rispondere all’ambiente, secondo meccanismi patologici. Si entra cioè in uno stato di iperattivazione, caratterizzato da tensione muscolare e psicologica, difficoltà di concentrazione, affanno, apatia, indifferenza, cinismo, irrequietezza...Se questo stato di iperattivazione e di disequilibrio dell’organismo, proseguono nel tempo e si cronicizzano, possiamo cominciare a parlare di burn out.
Quali sono i sintomi principali?
Gli esperti indicano tre sintomi principali che consistono in:
- Esaurimento fisico ed emozionale: un sovraccarico emozionale, un eccessivo coinvolgimento emotivo dell’operatore che si sente sopraffatto dalle richieste, il quale ha la sensazione di sentirsi svuotato, privo di energia, annullato dal proprio lavoro e incapace di dare qualcosa agli altri.
- Depersonalizzazione: un atteggiamento di allontanamento e rifiuto nei confronti di chi richiede la prestazione professionale, il servizio o la cura. Può essere espressa attraverso risposte comportamentali negative e sgarbate.
- Ridotta realizzazione professionale: una percezione di inadeguatezza lavorativa. C’è una caduta dell’autostima e un sentimento di insuccesso lavorativo, che porta a ridurre i contatti con gli altri al minimo indispensabile.
Oltre a questi tre principali sintomi sono stati individuati anche altri sintomi specifici, raggruppati in tre macro-categorie:
- Fisici: stanchezza, disfunzioni gastro-intestinali; tachicardia; nausea; insonnia; cefalee; disfunzioni sessuali; malattie della pelle; disturbi dell’appetito.
- Cognitivo emozionali: paure eccessive o panico, sensazione di essere svuotati, sensi di colpa o inadeguatezza (stati ansioso-depressivi), sospettosità fino a reazioni paranoidi, collasso della motivazione per cui il soggetto non si sente più adeguato alla professione, progressivaperdita di controllo sul lavoro, caduta dell’autostima, cinismo.
- Comportamentali: resistenza ad andare a lavorare; ritardi ed assenteismo; fuga dalla relazione; rabbia, o, all’opposto, eccessiva seriosità; rifiuto di scherzare sul lavoro; rigidità di pensiero; ridotta creatività; perdita dell’autocontrollo; colpevolizzazione degli utenti; tabagismo; abuso di alcol o farmaci; assunzione di sostanze.
Conoscere per saper affrontare.
L’idea di scrivere questo articolo è nata dalla voglia di provare a far luce su un argomento, a mio avviso, molto cruciale e attuale. Come avviene anche per altre problematiche lavorative è importante la conoscenza del problema, sia da parte dei lavoratori che dei datori di lavoro, in modo da poter monitorare i livelli di questa tipologia di stress, sia con opportuni strumenti somministrati periodicamente dai professionisti esperti in questo tipo di valutazioni, che attraverso la costante osservazione delle ricadute del problema sul benessere emozionale, sulle capacità di mantenere l’attenzione nelle proprie mansioni, sulla serenità nel rapporto con l’utenza e sulla qualità del servizio offerto.
Nel caso in cui vogliate suggerirci un argomento da affrontare o esporci una vostra problematica o preoccupazione scriveteci a studiopsicologicoilcammino@gmail.com e noi vi risponderemo o pubblicando la lettera in forma anonima o affrontando la tematica da voi richiesta