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Fratelli d’Italia e Casaggì in piazza per ribadire: 'Prima gli italiani'

Domani, con ritrovo alle ore 16.00 in Piazza dell’Unità d’Italia a Firenze, la destra scende in piazza all’insegna dello slogan: “Prima gli Italiani”. Al “corteo tricolore” organizzato da Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale e da Casaggì Firenze hanno già aderito numerose sigle, individualità e comitati, oltre ad aver ricevuto l’adesione dell’organizzazione giovanile del movimento di Giorgia Meloni a livello nazionale.

“Saremo in piazza per lanciare un messaggio al governo Renzi, al sindaco Nardella ed al governatore Rossi - esordisce Marco Scatarzi a nome di Casaggì e di Gioventù Nazionale - per ribadire il dissenso verso le politiche della sinistra in materia di immigrazione, stato sociale, istruzione e politica estera. Il pericolo dell’infiltrazione di terroristi islamici, lo Ius Soli e la cittadinanza rapida, le cooperative rosse che gestiscono il business milionario dell’accoglienza, lo sfruttamento della manodopera a basso costo, l’abbandono delle nostre periferie, l’assenza di un futuro per i nostri giovani, l’abolizione del reato di clandestinità, l’insicurezza e la criminalità in crescita, la subordinazione verso un’Europa che non tutela i nostri interessi, la concessione di diritti agli stranieri che i nostri connazionali si vedono negati, l’abusivismo e il degrado nel nostro centro storico, l’attacco ripetuto ai pilastri fondanti della nostra Civiltà e della nostra Tradizione, i rischi connessi alla società multietnica: sono solo alcuni dei problemi che, da italiani e da fiorentini, abbiamo il dovere di affrontare e risolvere”.

“Prima gli italiani - aggiunge Francesco Torselli, consigliere comunale fiorentino e coordinatore regionale di Fratelli d’Italia - non significa soltanto lotta all’immigrazione clandestina ed incontrollata. 'Prima gli italiani' significa tutelare i diritti della gente comune che è stanca di leggere ogni giorno, sui giornali, di privilegi concessi ai soliti amici degli amici. Inoltre è un invito a chi è sempre pronto ed in prima fila quando si tratta di manifestare e di protestare per le ingiustizie che avvengono dall’altra parte del globo, ma ha paura a dire che in casa nostra anziani, esodati, partite IVA, disoccupati sono ormai abbandonati da anni da dei governanti che anziché guardare al popolo, guardano alle finanziarie ed alle banche di Londra e di Bruxelles”.

“Quella di domani sarà una manifestazione - aggiungono gli organizzatori - che ribadirà l’assoluta necessità di riconquistare una sovranità, per tornare padroni del nostro destino: la sovranità nazionale e politica ormai subordinata alle potenze straniere, quella monetaria affossata dall’eurocrazia e dal signoraggio, quella popolare svilita da governi tecnici e premier per nomina. Questa rivoluzione sovranista deve avere il marchio della nostra identità: quella della Civiltà europea, delle nostre tradizioni, delle nostre cattedrali, delle nostre lingue, della nostra arte, della nostra cucina, della nostra agricoltura, della nostra storia. Solo così si combatte il mostro globale: riscoprendo un sano senso di appartenenza che è il solo argine al pensiero unico e all’omologazione planetaria, il solo antidoto a quella società multietnica senza punti di riferimento, senza radici e senza origini, tenuta insieme soltanto dalla frenesia del consumismo, privata di ogni riferimento di ordine superiore, liquefatta nel mare del nichilismo e delle teledipendenza. Un’identità, la nostra, che vuole rinsavire il senso di Comunità, riscoprire i legami solidali, difendere le Idee e custodire le differenze"

Infine gli organizzatori rivolgono un pensiero anche a chi, da sinistra, ha indetto la solita contromanifestazione con l’accusa, rivolta alla destra, di fomentare guerre tra poveri: “sappiamo perfettamente chi sono oggi i nemici del popolo italiano e, la cosa curiosa, è che sono esattamente gli stessi nemici anche di chi si ritrova, apolide e sradicato dalla propria terra, a scegliere la via dell’emigrazione verso l’Italia e l’Europa. Quei nemici sono i poteri forti che, attraverso la globalizzazione e la speculazione finanziaria, destabilizzano i paesi e scelgono i governi nella speranza di produrre nuove masse di schiavi per la loro manodopera. A chi contrappone lo slogan ‘Prima i poveri’ al nostro ‘Prima gli italiani’ non possiamo far altro che ricordare che oggi le due cose coincidono”.

 

Fonte: Fratelli d'Italia Toscana

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