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Chi era Pietro Domenico Bartoloni? Un incontro agli Agostinani alla scoperta dello storico empolese

Un incontro al Cenacolo degli Agostiniani

Chi era Pietro Domenico Bartoloni? Quasi uno sconosciuto per i suoi concittadini, se non per la via che porta il suo nome, che congiunge via IV novembre con Via Meucci.

Sarà uno studioso di slavistica, il prof. Alessandro Catalano dell’Università di Padova, ad illustrare questa figura “europea” nel contesto storico in cui si trovò a vivere ed operare, in occasione della conferenza che si terrà il prossimo venerdì 27 novembre nel Cenacolo degli Agostiniani

Nato a Empoli nel 1651 e laureato in utroque iure a Pisa nel 1673 e non in medicina, come spesso è stato scritto dai biografi, Bartoloni poteva vantare una certa dimestichezza con l’Europa centro-orientale. Trascorse infatti lunghi periodi in ‘Germania’ (più precisamente in Austria e in Boemia) assieme al giovane principe Lorenzo Piccolomini d’Aragona (1656-1714), duca di Amalfi e signore del castello e città di Náchod nel Regno di Boemia, essendo al suo servizio nel periodo che va dal 1679 fino al 1693.

Il trasferimento definitivo di Bartoloni a Praga (1697) è strettamente legato al soggiorno a Praga del futuro granduca di Toscana, Gian Gastone dei Me­dici a seguito del suo matrimonio con Anna Maria Francesca di Sachsen-Lauenburg, voluto dal padre Cosimo III. Aveva l’incarico di “maestro di casa” e continuò a svolgerlo anche dopo il ritorno a Firenze di Gian Gastone per continuare a curare i suoi affari.

Nella conferenza Catalani mostrerà il percorso fatto dal nostro Pietro Domenico: “dal servizio di principi e granduchi alla ricerca storica”. Sono sue infatti le Istorie de’ duchi e re di Boemia, un voluminoso manoscritto in sei volumi, conservato nella biblioteca nazionale di Praga e commentato positivamente nel 1962 dal noto critico letterario cèco Václav Černý.

“Quest’erudito empolese – così scrive Catalano - è una delle tante trascurate figure di intel­lettuali italiani che nel corso di tutta l’età moderna hanno attraversato l’Europa centrale, magari senza lasciare tracce significative, ma contribuendo, nelle loro attività di artisti,consiglieri religiosi e politici, esperti diplomatici e militari, ma anche segretari e precettori, a diffondere la ‘maniera italiana’ al di fuori dei confini dei frammentati stati italiani”.

L’unica opera pubblicata da Bartoloni fu invece il ditirambo Bacco in Boemia, originale variazione del celebre Bacco in Toscana di Francesco Redi, tipica opera erudita di argomento scherzoso, pieno di rimandi mitologici e a mondi lontani. Nel 1717 fu stampato per la prima volta, la seconda edizione uscì dalla stamperia di Bernardo Paperini nel 1736 ed è presente anche nella biblioteca comunale Renato Fucini.

Gli aspetti biografici del personaggio e i suoi molti legami con la città natale, dai rapporti con il cugino Ippolito Neri alle sue volontà di essere sepolto nell’oratorio di S. Giuseppe, saranno illustrati da Paolo Pianigiani.

 

Fonte: Ufficio Stampa

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