Arriva la notizia di un comitato di studiosi per celebrare il novecentenario della fondazione di Empoli e scoppia la polemica. Sul sito della Storia d'Empoli appare infatti a stretto giro di posta un articolo a firma Carlo Pagliai, curatore del sito, che non usa troppi giri di parole nel commentare la decisione del Comune. L'ingegnere e storico empolese, infatti, parla di errori veri e propri e non manca di dire la sua anche su metodo e composizione dell'organismo.
<La città di Empoli non fu fondata nel 1119 - attacca - è corretto dire che fu incastellata per la prima volta in quella data attorno alla pieve di Empoli ma i diversi saggi archeologici hanno appurato che sotto il centro d’Empoli e anche nelle immediate vicinanze esterne dell’ultima cerchia muraria, vi era un esteso insediamento romano di vari periodi con alcuni ritrovamenti pure etruschi. Alla 'fondazione' del 1119 non era neanche città, ma un semplice insediamento di campagna sorto attorno alla Pieve, quale luogo di aggregazione per un importante mercatale che si svolgeva di fronte ad essa; Empoli assunse infatti il titolo di città solo grazie al fascismo tramite decretazione del 17/12/1927. Fino ad allora facevano bene gli eruditi dell’epoca a descriverla come la “Terra d’Empoli”, e nient’altro>. Detto degli errori 'storici', Pagliai parla poi dell'aspetto, diciamo, 'politico' della vicenda: <Liberissima e condivisibile appare la scelta comunale di incaricare un gruppo di professori specialisti del settore, tuttavia si legge con disappunto che non sono stati coinvolti, come spesso accade, eccellenti studiosi locali che a mio avviso potevano dare non poco apporto a quegli obbiettivi e soprattutto soggetti che ben più dello scrivente hanno studiato e raggiunto risultati straordinari>. E non mancano i nomi: primo tra tutti Giuliano Lastraioli, ma anche Marco Frati o Leonardo Terreni. Cosa fare? si chiede e chiede infine Pagliai: <Converrà progettare e attuare un’alternativa serie di percorsi di studio fatta di e con studiosi empolesi, disgiuntamente al suddetto lavoro degli accademici al quale va ogni augurio possibile di buon lavoro, sperando possa apportare novità degne di nota. Vediamo se gli empolesi, una volta tanto nella loro novecentennale storia (post castellum) riusciranno a smentire sè stessi e a non star ubbidienti ad ogni uomo che la città manda (cit. anonimo empolese)>.
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Marco Mainardi