
Il deejay 31enne empolese Maurizio Bianchi era a Parigi lo scorso venerdì, 13 novembre, giorno degli attacchi terrostici in varie zone della città. Oggi, lunedì 16 novembre, ha condiviso su gonews.it un pensiero che ha diffuso anche sul suo profilo facebook e che, volentieri, ospitiamo anche nel nostro giornale.
"Ultimo giorno in Francia. Esperienza surreale, ma mai sentito in pericolo. Ho passato due giorni al Nord, che sebbene non abbia moltissimo da offrire è delizioso.
L'atmosfera a Parigi sabato era indecifrabile: scuole, musei, bar, locali negozi chiusi. Sconsigliato prendere la metro. Il morale a terra. Ma non c'era clima di guerra, né di odio e la rassegnazione non ha mai preso il posto alla voglia di reagire.
Stamani passeggiando mi sono ritrovato in Belgio, e ho pensato che la chiusura delle frontiere non ha senso. Poi stasera sul treno ho trovato un ragazzo siriano, era stato a Calais (leggermente più in su di dove ero) e mi chiedeva di aiutarlo ad andare in Germania (un grazie al traduttore dall'arabo di Google). Sceso dal treno l'ho accompagnato alla biglietteria. L'ho salutato augurandogli buona fortuna, ma mentre mi allontanavo ho visto l'uomo a dare informazioni che scuoteva la testa. Mi sono allontanato in fretta. Un mondo dove chi scappa dalla guerra è visto come un criminale mi fa SCHIFO.
Moltissimi francesi si stanno opponendo alla chiusura delle frontiere, questa richiesta è in queste ore il messaggio principale su Twitter.
Qui non hanno paura degli islamici, né degli arabi o dei musulmani, ma soltanto degli STRONZI.
La destra avanzerà, rendendo la vita più difficile anche agli stessi francesi (parole loro). Eppure perfino la Le Pen ha speso parole dignitose, al contrario degli idoli di casa nostra.
Molti mi hanno chiesto di rientrare prima possibile, non ha alcun senso, ci sarà solo un po' di fila in più all'aeroporto e mi avvierò per tempo. Nel frattempo stasera una cena con dell'ottimo champagne in buona compagnia non me la leva nessuno. A domani".
Maurizio Bianchi
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