"Nell’aprile 2010 l’Azienda Farmacie del Comune di San Miniato ha stipulato con il Consorzio Etruria un contratto per la costruzione della nuova sede della farmacia comunale che avrebbe dovuto sorgere a San Miniato Basso, nelle adiacenze della Casa culturale.
A seguito di tale accordo l’Azienda farmacie del Comune di San Miniato ha versato al Consorzio Etruria la somma di 1.086.000 euro. La data di consegna dell’immobile doveva avvenire entro il 30 giugno 2011.
A garanzia della restituzione della somma corrisposta a titolo di anticipo è stata rilasciata da una compagnia di assicurazione – oggi Unipol – una fidejussione di importo pari all’anticipo di euro 1.086.000.
Alla data del 30 giugno 2011, data fissata per la consegna dell’immobile, l’edificio non era terminato, né lo è tuttora a distanza di quasi cinque anni.
Si sono quindi verificate tutte le condizione contrattualmente previste per la restituzione da parte della compagnia di assicurazione dell’anticipo di euro 1.086.000 versato al Consorzio Etruria.
L’Azienda Farmacie del Comune di San Miniato ha richiesto nel 2011 alla compagnia di assicurazione l’escussione della fidejussione, ottenendone però un rifiuto.
Il Tribunale di Pisa, al quale l’Azienda comunale Farmacie nel 2011 ha fatto ricorso per ottenere quanto ad essa spettante, ha rinviato la definizione della vertenza per ben cinque volte. Una prima volta al novembre 2012, poi al giugno 2013, poi ancora a gennaio 2014, poi ancora al novembre 2015. Ed infine un nuovo rinvio ad aprile 2016.
Quella che pareva essere una facile filiera “amica” Casa culturale –Comune - Consorzio Etruria - Unipol, si è trasformata in un grosso danno per le casse comunali, considerato che oltre all’anticipo di 1.089.000 euro, le casse comunali stanno perdendo 65.000 euro ogni anno per spese conseguenti alla mancata realizzazione dell’immobile da destinarsi a farmacia.
La vicenda sa dell’incredibile. I cittadini sono costretti a constatare la dilapidazione di ingenti risorse pubbliche, al momento valutabili in 1.5 milioni di euro, nonostante la esistenza di garanzie a tutela degli interessi comunali.
Non è neppure ammissibile pensare ad un accordo transattivo che riduca l’importo del risarcimento poiché non si può chiedere ai cittadini di pagare gli “sconti” concessi alle compagnie di assicurazione.
A fronte di una tale incredibile situazione, l’Amministrazione comunale in futuro dovrà valutare con estrema attenzione le compagnie di assicurazione da utilizzare nelle sue varie attività ed è del tutto ovvio che in occasione dei prossimi rinnovi dei contratti assicurativi dovrà tenere conto della fidejussione di 1.086.000 euro che dopo cinque anni non è stata ancora incassata".
Roberto Ferraro, Responsabile NCD San Miniato