La Grande Guerra vista attraverso gli appunti di un capitano. Scritti che raccontano anni terribili e drammatici che hanno cambiato il volto e la geografia dell’Europa. Le memorie sulla “guerra di trincea” del capitano Anselmo Tonelli, sono diventate un diario grazie al nipote Cesare che con una ricostruzione dettagliata e meticolosa ci consegna il volume “Dal diario della Grande Guerra del capitano Anselmo Tonelli” (tagete Edizioni).
Presentato in Consiglio regionale dal presidente Eugenio Giani, il libro “ha una portata che va oltre il caro ricordo del nipote. È una storia – ha dichiarato - molto simile alle tante storie di italiani morti in quegli anni: 660mila ragazzi che nell’Italia di quel tempo rappresentavano braccia fondamentali per la loro famiglia. Una vera e propria generazione su cui non si è detto a sufficienza e abbastanza” ha osservato il presidente parlando del capitano Anselmo come il “milite noto che parla alla coscienza di tutti noi su ciò che è accaduto cento anni fa”. E ancora, su quell’intera generazione scomparsa, il presidente ha ribadito come quei 660mila possono essere chiamati “eroi silenziosi, angeli che si immolarono per il nostro Paese”. “In mezzo a tanti militi ignoti, chi riesce a ricostruire il milite noto, la sua storia, il suo percorso, i suoi tre anni e a dare il senso di come sono stati vissuti, rende un servizio alle famiglie e a tutti noi” ha concluso il presidente.
La presentazione è proseguita con la proiezione di fotografie scattate dal capitano in Valsugana dal maggio 1916 alla tarda primavera del 1917. “Scatti – ha detto Cesare Tonelli – fatti con una macchina acquistata nel 1915 e che divenne fedele compagna di mio nonno”.