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Simone e Stefania lasciano Empoli e San Miniato per Londra: due giovani che ce l'hanno fatta

Stefania Pappagallo e Simone Montalbetti

Prosegue la rubrica 'Toscani in Giro' di gonews.it con una coppia che tra Empoli e San Miniato si è spostata a Londra. Parola a Simone Montalbetti e Stefania Pappagallo.

Nome e Cognome: Simone Montalbetti e Stefania Pappagallo
Anni: 26 e 25
Cresciuto a: tra Torino e Empoli io, a San Miniato lei
Studi: Laurea in Tecniche della Prevenzione e Sicurezza sul lavoro all’Università di Firenze e Master in Gestione della Sicurezza alla Middlesex University di Londra (Simone); Laurea in Lingue Straniere all’Università di Pisa (Stefania).
Residenza e professione: Londra, io sono Health and Safety Assistant Manager in una compagnia di costruzioni e Stefania lavora nel dipartimento Marketing di una compagnia di servizi IT
Lavoro in Italia: Consulente per la sicurezza sul lavoro e igiene alimentare (Simone) e studentessa (Stefania)

Prima esperienza all'estero: ci siamo trasferiti a Londra nel 2013 per studiare e nel frattempo ci sono arrivate delle opportunità lavorative interessanti. Il fatto di essere a Londra era sicuramente un fattore positivo per noi, quindi abbiamo deciso di fermarci qui, vedere questa città e cosa poteva realmente offrirci.

Perché avete deciso di andare all'estero? Stefania aveva già vissuto all’ estero e Londra rappresentava un’altra buona tappa avendo studiato lingue straniere, mentre io volevo continuare a studiare ma in Italia non avevo trovato niente che potesse realmente interessarmi.

Quali sono le principali differenze fra il mondo del lavoro italiano e quello estero? Dal nostro punto di vista sono 2 quelle fondamentali: l’organizzazione e la considerazione per i giovani. La prima è presto spiegata: le cose funzionano. In pochi giorni si ottiene il famoso NIN e puoi lavorare da subito, lavoro ce n’è e ben retribuito se si ha la volontà di trovarlo e (soprattutto, ma come ovunque) di mantenerlo; inoltre, le “regole” che governano il sistema sono un numero ragionevole, semplici (quasi sempre), e la burocrazia è decisamente amica.

La seconda è un po’ piu complessa, ma basti pensare che tra i nomi più ricorrenti nei libri contabili delle università si trovano spesso aziende (le più grandi soprattutto, e qui ce ne sono in abbondanza) che ogni anno pagano di tasca propria studi universitari anche di primo livello a ragazzi giovani che se ne dimostrino all’altezza. E soprattutto, il passaggio scuola-lavoro è facilitato da una serie di sistemi di introduzione al lavoro stile tirocinio che rendono allo studente-futuro-lavoratore la vita molto più facile con uno stipendio giusto, e alle aziende un po’ di “manovalanza” ad un costo ragionevole, tutelata e con prospettive di crescita.

La vita e il lavoro all'estero sono diversi dall'idea che ti eri fatta prima di partire? Stefania qualche esperienza di vita all’estero l’aveva già avuta anche se di pochi mesi tra Russia e Spagna, per me invece era la prima volta. Non solo, ma i piani all’inizio prevedevano di fermarsi un anno per gli studi, tutto il resto è arrivato dopo. Grandi piani quindi non ce n’erano in partenza, e neanche grandi idee, eravamo piuttosto curiosi di capire se eravamo in grado di sfruttare le buone occasioni per cui Londra è tanto famosa.

Cosa vi manca dell'Italia? Sicuramente il sole! Anche perché, dal punto di vista materiale, in Italia torniamo abbastanza spesso e in ogni caso le spedizioni di qualsivoglia genere agro-alimentare dall’Italia sono piuttosto frequenti e generose (grazie mamme).

Torneresti a lavorare in Italia? Torneremo di sicuro, questo non è mai stato in dubbio. Stiamo lavorando sul quando!

Hai qualche aneddoto sulla permanenza all'estero? Più che aneddoto una piacevole conferma: che come si sta a casa (leggi Italia) si sta da poche parti (leggi nessuna).

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