La stagione teatrale dell'Excelsior di Empoli anche quest’anno ricomincia con un grande successo di pubblico e di abbonamenti venduti. Il primo spettacolo della stagione, andato in scena lo scorso 3 novembre, è stato una mirabile rilettura del Don Giovanni, di cui interprete principale nonché regista è stato Alessandro Preziosi.
Una commistione tra classico e ultra moderno ha tenuto sveglia l’attenzione della platea con uno dei migliori interpreti del teatro italiano contemporaneo, quasi irriconoscibile in abiti seicenteschi, cerone bianco e parrucca d'ordinanza.
Del fascinoso attore televisivo era presente non solo il carisma ma soprattutto il talento e l'attitudine alla seduttività. Cardine della rappresentazione, infatti, proprio la seduttività a tutto tondo, che, a ben vedere, non è poi molto cambiata dal ‘600 ad oggi. Il gioco della seduzione rende ancor più fascinoso un personaggio che in questa rivisitazione riesce ad essere ancor più cinico e superficiale dell’originale, ma anche raffinato e fatuo. In perfetto stile commedia dell'arte, anche il fedele e irriverente servitore, Sganarello, interpretato magistralmente da Nando Paone che ne veste i panni alla perfezione obbedendo e al contempo ammonendo il padrone per timore del tanto invocato giudizio divino. Cosa che non teme invece il protagonista, privo del benché minimo senso di colpa.
Magistrali i monologhi in cui Preziosi spiega come per lui novità e gioco siano fonte di passione e vita e la noia invece uguale alla morte. Dei sensi, del corpo, della fantasia...
Elogiando l’ipocrisia, il signorotto gioca con i sentimenti in modo leggiadro, non ponendosi alcun problema o scrupolo, assecondando pulsioni vitali anche a rischio della propria vita e della propria anima.
Un don Giovanni che non conosce vergogna, che è esente da colpe o da timori ultraterreni ma che anzi li abbraccia e gli va incontro. Nessun moralismo, ma al suo posto la rappresentazione dell'amore come un gioco. Da tenere vivo o da cambiare in una continua sfida, un continuo rilancio, una roulette dove, comunque, le donne non sono affatto vittime ma giocatrici scaltre a loro volta.
Motivo cardine della commedia, la lettura atea di un don Giovanni senza dio e senza morale o pentimento. Cosa, che come noto, gli costerà la vita in un finale ad effetto in cui arde tra le fiamme dell'inferno.
Il connubio tra una scelta musicale contemporanea azzeccatissima che scandisce le scene più salienti, la modernissima scenografia multimediale le cui proiezioni ricordano il panorama artistico metafisico e il ricco e talentuoso cast, rende questo spettacolo non scontato e soprattutto apprezzabile anche dai non assidui frequentatori di teatro.
Senza dubbio da non perdere un grande professionista come Alessandro Preziosi che regala ad un classico un’incisività e una cura che non deludono.