Nella mattinata del 4 Novembre, una delegazione della UILPA Penitenziari del coordinamento regione toscana si è recata in visita al carcere di Pisa “ Don Bosco” e ha proceduto a documentare attraverso riprese video fotografiche, lo stato dei luoghi di lavoro degli operatori di Polizia Penitenziaria. L’iniziativa, nata già da alcuni anni e realizzate in diverse realtà penitenziarie italiane, ha l’obiettivo di rendere uno spaccato oggettivo, scevro da qualsiasi interpretazione personale. Le carceri italiane si presentano spesso obsolete, degradate e nonostante qualche miglioramento sono ancora molto lontane dal raggiungere i parametri di civiltà e di dignità che si addicono ad un moderno paese democratico. Degrado della struttura, sovraffollamento e scarsità di agenti: questa è la fotografia del carcere di Pisa, secondo la Uilpa-Penitenziari.
“Abbiamo visitato e fotografato i luoghi di lavoro e, per la prima volta, anche le camere detentive e l’intera struttura” – spiega Nicola Di Matteo, coordinatore provinciale della UIL PA PENITENZIARI – la Casa Circondariale di Pisa offre il massimo del degrado, proprio all’interno delle celle: camere detentive piccolissime (gran parte delle celle misura dai 6 agli 8 mq), uno spazio ridotto e un sovraffollamento che rappresenta la maggior criticità.
La realtà strutturale del carcere Pisano risale a più di 80 anni fa e dove nel corso degli anni sono stati fatti solo lavori di “rattoppo”, lavori in economia e non risolutivi. Tra i diversi reparti visitati, sicuramente quello messo peggio sia in termini strutturali che a livello igienico sanitario, è il reparto c.d. Giudiziario. Circa gli impianti elettrici, idraulici e di riscaldamento sono vecchissimi e in uno stato di evidente decadimento. Le postazioni della polizia penitenziaria dislocate in varie aeree del carcere non sono sempre fisicamente visibili e dove sono presenti, sono logore e inadeguate agli standard di legge e si caratterizzano per la loro “essenzialità”, un tavolino e uno sgabello di legno messo in un angolo.
Non sono esistenti all’interno della struttura adeguamenti per l’abbattimento delle barriere architettoniche. L’automazione è praticamente inesistente, in tutto il carcere solo in due postazioni di servizio è presente, il resto e tutto manuale- prosegue Di Matteo -, “la carenza di organico della Polizia Penitenziaria rischia di mettere in ginocchio l’Istituto: “Sono una cinquantina i poliziotti in meno”. Il personale effettua ormai quotidianamente estenuanti turni di otto / nove ore, quando ne sono previste sei” garantendo sempre e comunque la sicurezza, sia all’interno che all’esterno dell’istituto; di fatto commenta Di Matteo-“ la Polizia penitenziaria spesso si trova da sola, nella scarsità di risorse umane, strumentali ed economiche a dover fronteggiare le inefficienze del sistema talvolta lottando persino contro la burocrazia ministeriale”. A suffragare il giudizio della UILPA Penitenziari sono le fotografie e i numeri di questa mattina: “A Pisa erano presenti 273 detenuti (di cui circa 80% di nazionalità straniera) a fronte di una disponibilità regolamentare di 219. Il contingente di polizia penitenziaria decretato per legge sarebbe di 250 unità, ma ne sono amministrati 225 di cui 30 distaccate in altre sedi, 21 impiegate al Nucleo Traduzioni e 35 impiegati in compiti di ufficio, in definitiva una carenza reale di 55 unità.
La scarsa automazione delle postazioni di servizio, il ridotto numero di poliziotti operanti e la struttura vecchia e a tratti logora e inefficiente è il ritratto della realtà pisana. Successivamente alla visita ispettiva le immagini fotografiche saranno rese disponibili sul sito internet www.polpenuil.it nella sezione «Lo scatto dentro», attese le autorizzazioni preventivamente richieste ed ottenute dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria.