Novità sull'ex Icla, oggi M3, di Ponte a Egola (San Miniato). Da un incontro in prefettura tenutosi oggi, martedì 3 novembre, alla presenza del sindaco Vittorio Gabbanini e dell'assessore Manola Guazzini è emerso che dalle ispezioni di Arpat, vigili del fuoco e Regione Toscana la classificazione delle zone di rischio si è ridotta notevolmente.
L'area di maggior impatto a oggi è dove vengono stoccati i materiali per la produzione della gommapiuma, pericolosi in caso di incendio per i fumi che possono emettere. Si passa da 75 metri quatri di perimetro a 25, i quali risiedono per la maggior parte all'interno del perimetro dell'azienda.
La zona di danno va dai 25 ai 125 mq, la zona di minor rischio (detta area di attenzione) passa da 125 a 600 mq. Nella scorsa valutazione la zona di danno andava dai 75 ai 25 mq e l'ultima zona dai 325 agli 800 mq.
La M3 è situata nella zona del campo sportivo di Ponte a Egola, molto vicino alle abitazioni. La produzione è dedicata a poliuretano espanso flessibile.
Causa della riduzione è la minore produzione di prodotto finito della ditta, che quindi necessita di meno materia prima. Solo 9 sono gli operai rimasti al lavoro, dopo la crisi della precedente gestione che portò a una prolungata cassa integrazione. Nel frattempo sono anche cambiate le normative per la sicurezza.
Entro il 30 novembre il piano di emergenza per i cittadini dovrà essere rivisto dal coordinamento tecnico dei vigili del fuoco. Il sindaco pensa che per fine anno si passerà a queste nuove norme e sarà possibile consegnare ai cittadini di Ponte a Egola un depliant informativo.
"Rimane il fatto che il Consiglio comunale ha deliberato che entro il 2018 la M3 dovrà traserirsi", specificano gli amministratori. L'impegno era partito già nella precedente amministrazione Gabbanini, con un accordo preso a un tavolo regionale.
In provincia di Pisa esistono altre 7 aziende con pericolosità notevole. Sono 60 in Toscana e circa 1.000 in Italia. Adesso è compito della prefettura dare il via alla nuova procedura.
Elia Billero