Il 25 settembre si è aperta al Museo Tecnico Navale di La Spezia, la mostra “Computers for the masses”, dedicata ai primi calcolatori in serie con diffusione di massa. Notevole importanza la presenza toscana, sia con l'Università di Pisa e il Museo degli strumenti per il calcolo, ma anche con collezionisti privati come Daniele Minneci e Francesco Gori da Fucecchio, presenti nel comitato scientifico.
La mostra rimarrà aperta fino al 10 gennaio 2016 con altri eventi per avvicinare il pubblico alla storia dell’informatica – molto più ricca e interessante di quanto ci si possa aspettare.
La storia degli strumenti per il calcolo è segnata da una prospettiva personale. I primi compassi e regoli,
campioni del calcolo analogico, erano personali. Le prime calcolatrici prodotte in serie, digitali anche se
meccaniche, erano personali, fedeli compagne di lavoro di contabili, ingegneri e scienziati. Negli anni ’50
arrivano i primi calcolatori, ma l’elettronica dei primordi preclude loro la dimensione personale: un ordigno che pesa tonnellate, consuma come una piccola azienda e costa un patrimonio non può essere personale.
Ma appena l’elettronica rimpicciolisce i calcolatori diventano subito personali: prima diffusi sulle scrivanie, poi portatili, infine nuovi, indispensabili accessori. Console per videogiochi, notebook, tablet, smartphone, sono calcolatori sotto forme diverse, ma sempre più popolari e personali, strumenti che oggi entrano quotidianamente nelle nostre vite. Conoscere la storia dell’informatica aiuta a orientarci nelle nostre scelte, nello studio, nel lavoro, nell’intrattenimento.
“Computers for the masses” è un motto preso a prestito da Jack Tramiel, uno dei tanti protagonisti della
storia raccontata dalla mostra. Una storia riassunta in una selezione di istantanee che colgono alcuni dei
tanti momenti significativi di uno sviluppo complesso e in certi momenti estremamente veloce e vivace.
La mostra apre con un pezzo della collezione del Museo Tecnico Navale dal doppio valore: è un aritmometro, raro esponente delle primissime calcolatrici meccaniche prodotte in serie, ma anche cimelio particolare usato
da Guglielmo Marconi – personale appunto.
Il percorso, cronologico, comprende macchine note e meno note, ma sempre significative, a volte curiose.
La Mostra è complementare all’allestimento permanente “Dall’Aritmometro al PC” al Museo degli Strumenti per il Calcolo dell’Università di Pisa. A testimoniare la ricchezza della storia, le macchine protagoniste dei due percorsi sono tutte diverse. Qualche modello si somiglia, ma nessuno coincide. Con un’eccezione: l’Olivetti Programma 101. Ma nell’anno del 50esimo non poteva essere altrimenti.
La Mostra è stata costruita grazie all’incontro di più soggetti impegnati nella conservazione e nella diffusione della Storia dell’Informatica. Non è stato possibile coinvolgere tutti, ma è un inizio e il patrocinio dell’AICA è un buon viatico per continuare nella costruzione di una comunità tematica nazionale.
Il curatore e il progetto HMR – Hackerando la Macchina Ridotta
Giovanni A. Cignoni, informatico, ingegnere, da professionista si occupa di gestione di progetti, trasferimento tecnologico, modellazione e simulazione di sistemi. Ha partecipato a progetti di ricerca nazionali e internazionali. È stato titolare di corsi nelle Università di Padova (1998-03), di Firenze (2000-11) e di Pisa (dal 1998). A lato dell’attività professionale sull’informatica di oggi e di domani, si diverte con le macchine di ieri e con le storie che possono raccontare.
Dal 2006 con il progetto HMR studia i vecchi strumenti per il calcolo con appassionata e puntigliosa curiosità hacker e usando tecnologie nuove come la simulazione software per far rivivere le macchine del passato – la Macchina Ridotta è il primo calcolatore progettato e costruito in Italia, a Pisa, fra il 1955 e il 1958. Sempre nell’ambito di HMR, cura allestimenti, mostre, eventi e attività didattiche, in particolare al Museo degli Strumenti per il Calcolo dell’Università di Pisa, dove ha realizzato la Sala “Dall’aritmometro al PC” della quale la mostra “Computers for the masses” è, letteralmente, sorella. All’Ateneo pisano è titolare del corso di Storia dell’Informatica.
I pezzi in esposizione
01. Aritmometro Payen “di Marconi” 1865 Museo Tecnico Navale
02. G. Pesci, “Lezioni di calcolo numerico...” 1928 Collezione Celli
03. Comptometer Model H 1920 Museo degli Strumenti per il Calcolo
04. Brunsviga Nova II 1925 Museo degli Strumenti per il Calcolo
05. Mercedes-Euklid 16 1928 Museo degli Strumenti per il Calcolo
06. Olivetti MP1 1932 Laboratorio-Museo Tecnologic@mente
07. Olivetti Divisumma 24 1956 Laboratorio-Museo Tecnologic@mente
08. Olivetti Programma 101 1965 Laboratorio-Museo Tecnologic@mente
09. MITS Altair 8800 in kit 1975 Collezione Bonfanti/PSIC
10. IBM 5110 1978 Museo del Computer
11. Sharp MZ-80K 1979 Museo del Computer
12. Sinclair ZX80 1980 ComPVter
13. IBM 5322 System/23 Datamaster 1981 Museo del Computer
14. Acorn BBC Micro 1981 ComPVter
15. Apple //e 1983 All About Apple
16. HP-150 1983 Museo del Computer
17. Commodore 16 1984 Collezione Minneci/Gori
18. Apple Lisa 2 1984 All About Apple
19. Olivetti M24 1984 Laboratorio-Museo Tecnologic@mente
20. Macintosh Plus 1986 All About Apple
21. Commodore Amiga 2000 1987 Collezione Minneci/Gori
22. IBM PS2/30 1987 Museo del Computer
23. Olivetti Quaderno 1992 Laboratorio-Museo Tecnologic@mente
24. Apple iMac G3 1998 All About Apple
25. General Dynamics Duo-Touch II 2005 Comando Subacquei e Incursori della MM
La pagina web della mostra: http://hmr.di.unipi.it/ComputersForTheMasses
Per informazioni: Museo Tecnico Navale di La Spezia, Viale Amendola 1, 19122 La Spezia
