Nel III trimestre del 2015 il numero di domande di credito presentate dalle imprese italiane agli operatori bancari ha fatto nuovamente registrare un segno positivo, con un +6,8% rispetto allo stesso periodo del 2014. L’ultima rilevazione condotta da CRIF certifica, così, il consolidamento della dinamica positiva in scia al trimestre precedente dopo la contrazione dei primi 3 mesi dell’anno, che si erano caratterizzati per una improvvisa frenata.
In termini aggregati, nei primi 9 mesi dell’anno in corso la variazione complessiva è stata pari a +3,2% rispetto lo stesso periodo del 2014, che a sua volta aveva visto un incremento della domanda addirittura a doppia cifra rispetto all’anno precedente.
Queste evidenze emergono dall’ultimo aggiornamento del Barometro CRIF sulla domanda di credito da parte delle imprese, elaborato sulla base del patrimonio informativo di EURISC - il Sistema di Informazioni Creditizie di CRIF che raccoglie i dati relativi a oltre 77 milioni di posizioni creditizie di cui più di 8 milioni attribuite a utenti business. Nello specifico si tratta di domande formali, quindi vere e proprie istruttorie di credito presentate agli istituti, non semplici richieste di informazioni o preventivi.
LA SITUAZIONE IN TOSCANA
In Toscana la domanda di credito inoltrata dalle imprese agli istituti di credito nei primi 9 mesi del 2015 ha fatto registrare un calo del -3,1%, in controtendenza rispetto al dato nazionale, che ha visto un incremento del +3,2%.
In regione Arezzo è risultata la provincia che fatto segnare la contrazione più marcata, pari al -12,5% rispetto al corrispondente periodo 2014, seguita da Livorno (-9,3%) e Pisa (-8,6%).
Al contrario, Massa-Carrara è la provincia che ha fatto registrare l’incremento più sostenuto, con un +3,7%. Firenze ha fatto segnare una crescita del +2,0% rispetto al corrispondente periodo 2014.
Domanda di credito da parte delle imprese nei primi 9 mesi 2015 – dettaglio regionale
Variazione numero richieste
AREZZO -12,5%
FIRENZE 2,0%
GROSSETO -4,0%
LIVORNO -9,3%
LUCCA 1,4%
MASSA-CARRARA 3,7%
PISA -8,6%
PISTOIA -6,4%
PRATO 2,7%
SIENA -7,3%
TOT. TOSCANA -3,1%
TOT. ITALIA +3,2%
Fonte: EURISC – Il Sistema CRIF di Informazioni Creditizie
Anche per quanto riguarda gli importi richiesti, la Toscana ha fatto registrare una contrazione rispetto ai primi 9 mesi del 2014, pari a -10,8%, che ha portato il valore medio richiesto ad attestarsi a 76.298 Euro, dato che comunque si posiziona al di sopra della media nazionale.
A livello provinciale, è Arezzo la provincia che guida la classifica regionale, con 131.719 Euro richiesti, seguita a debita distanza da Livorno con 90.938 Euro. Relativamente alla provincia di Firenze, l’importo medio si è attestato a 59.188 Euro.
All’estremo opposto della graduatoria regionale, il valore medio più contenuto è stato rilevato nella provincia di Massa-Carrara, con soli 33.110 Euro.
Domanda di credito da parte delle imprese nei primi 9 mesi 2015 – dettaglio regionale
Importo medio richiesto (in euro)
AREZZO 131.719
FIRENZE 59.188
GROSSETO 62.138
LIVORNO 90.938
LUCCA 83.567
MASSA-CARRARA 33.110
PISA 75.171
PISTOIA 74.264
PRATO 87.775
SIENA 77.281
TOT. TOSCANA 76.298
TOT. ITALIA 71.932
Fonte: EURISC – Il Sistema CRIF di Informazioni Creditizie
“Nel trimestre appena concluso la domanda di credito da parte delle imprese ha confermato una performance positiva, che va a consolidare un percorso di crescita che in questi ultimi anni si è arrestato solo episodicamente – spiega Simone Capecchi, Direttore Sales & Marketing di CRIF -. Nello specifico, dopo una fase difficile, in cui i finanziamenti erano stati richiesti prevalentemente per sostenere l’attività corrente, sembra consolidarsi un clima di crescente fiducia che porta con sé una maggiore attenzione verso gli investimenti e la crescita”.
“Per quanto riguarda le aziende di credito, che grazie al quantitative easing e ai bassi tassi applicati dalla BCE hanno riacquistato la liquidità necessaria per sostenere adeguatamente la domanda, si trovano ora di fronte alla sfida di individuare le imprese più profittevoli e quelle con maggiori potenzialità, ad esempio tra le start up. Per poter accompagnare le imprese in un cammino di crescita sano e comune dovranno però affinare ulteriormente i sistemi di valutazione di business plan sovente approssimativi, delle performance dei settori di riferimento nonché delle capacità imprenditoriali e del management – conclude Capecchi”.
Fonte: Crif - Ufficio stampa