Un convegno di gran levatura e tenore scientifico si svolgerà per la prima volta a Empoli nel prossimo venerdì 30 ottobre, dalle 8.30 alle 18.30 nella suggestiva cornice del Cenacolo degli Agostiniani, in via di Neri, 15 a Empoli.
Una giornata di studi organizzata dalla associazione Archeologica Volontariato Medio Valdarno, patrocinata dal Comune di Empoli, intitolata “Arte Magistri. Intarsio marmoreo in Toscana nel XII e XIII secolo”.
Il convegno si pone l'obbiettivo di aggiornare il punto degli studi su un filone artistico tanto singolare quanto prezioso. Questa forma espressiva prese le mosse e si svolse praticamente nella sola Toscana e avendo quali centri motori Pisa, Firenze e il suo contado, Pistoia e Lucca.
Si tratta di quella corrente, applicata sia ad ampie superfici architettoniche che a quelle di suppellettili liturgiche (quali fonti battesimali, amboni, transenne lapidee), che usò le tre tecniche affini ma distinte dell'intarsio, dell'incrostazione e dell'opus sectile ottenendo sempre il risultato di produrre segni, simboli e figure messe in risalto usando una pietra colorata (generalmente il verde di Prato o serpentino) intarsiato all'interno di una superficie bianca in marmo di Carrara o pietra calcarea alberese.
PERCHE’ A EMPOLI - Nel contado di Firenze spicca in modo davvero particolare il prospetto marmoreo della ex-pieve di Sant'Andrea, emblema della Città di Empoli, che tutt'oggi riporta molte delle sue parti originali ad intarsio e incrostazione risalenti al XII secolo. Si tratta dell'unico esempio su scala architettonica applicato a una pieve toscana e che, da sempre, è stata accostata al prospetto della ex-abbazia di San Miniato sul Mons Florentinus, dalla quale però si differenzia in molti dettagli. Ecco dunque che il convegno ha una ragione profonda nel trovare la sede proprio a Empoli, vista l'attinenza rispetto alla storia e all'identità cittadina che uno dei principali monumenti appartenenti al filone dell'intarsio architettonico medievale della Toscana trova in questo centro.
CONVEGNO – Apriranno i lavori Brenda Barnini, sindaco della Città di Empoli; Eleonora Caponi, assessore alla cultura del Comune di Empoli e Leonardo Giovanni Terreni, presidente della associazione Archeologica Medio Valdarno. Gli interventi previsti, dopo i saluti delle autorità, propongono argomenti assai variegati che contribuiranno a far luce su aspetti particolari che aiuteranno a definire argomenti ancora assai poco studiati dato che la critica, tranne alcune eccezioni concentrate nella prima metà del Novecento, non ha quasi mai cercato una analisi approfondita e con confronti ampi e incrociati tra le diverse facce del fenomeno fin quando, agli albori di questo nuovo secolo, Guido Tigler iniziò insieme ad alcuni dei suoi studenti una revisione metodologica del filone.
PRIMA SESSIONE - Nella prima sessione del convegno, quella mattutina, Tigler tratterà un argomento di particolare interesse come la ricostruzione dei pulpiti romanici fiorentini. Tra gli studiosi allievi di Tigler Nicoletta Matteuzzi ha approfondito in modo particolare l'argomento prima attraverso la sua tesi di laurea, poi con una ricerca continua che ha portato, tra le altre cose, a una scoperta davvero eccezionale sull'argomento. Tra i promotori del convegno, essa tratterà i pavimenti intarsiati delle chiese fiorentine sempre nel contesto mattutino.
Di grande risalto tematico nella prima sessione è pure l'intervento di Antonio Milone, che riferirà sulla facciata della cattedrale pisana. Completa la parte mattutina il contributo di Marco Gamannossi sulla datazione della tomba di Gasdia e Cilla nella Badia a Settimo.
SECONDA SESSIONE - Nella sessione pomeridiana sono stati concentrati gli interventi che riguardano maggiormente il territorio empolese, a cominciare dal contributo 'a due voci' di Lorella Alderighi e Leonardo Giovanni Terreni sui marmi romani riutilizzati o tornati alla luce nel territorio di Empoli.
Un particolare intervento propedeutico a quello di chiusura spetta a Chiara Lapucci, che ha indagato – da scienziato – la corrispondenza tra alcuni simboli che si ritrovano in chiese romaniche della Toscana con le forme 'nascoste' esistenti in natura.
Gli interventi saranno chiusi da Alessandro Naldi, che tratterà un argomento di spicco per la città quale la struttura della pieve romanica di Sant'Andrea e la datazione della parte terminale del prospetto intarsiato di questa, tutt'oggi in loco e perfettamente conservato.
A questo punto il convegno si aprirà a un possibile confronto tra alcune tematiche riportate e alle richieste di approfondimento su argomenti specifici ad eventuale richiesta del pubblico, al quale seguiranno le conclusioni.
Fonte: Comune di Empoli - Ufficio Stampa