In questi mesi, sull’onda del dibattito sulla legge 107/2015, la scuola è stata attraversata da discussioni accese. Adesso occorre proseguire il confronto inserendolo all’interno di una cornice culturale chiara, nella quale si definiscano le diverse idee di scuola che abbiamo. Intendiamo quindi prendere parte al dibattito, individuando sinteticamente alcuni principi di fondo in cui crediamo e costruendo una rete di soggetti che consenta di approfondire e sviluppare la nostra posizione.
I principi chiave a cui ci ispiriamo sono libertà, autonomia, accoglienza, partecipazione, consapevolezza e responsabilità. Tutti concetti strettamente interconnessi fra loro e che servono a definire una precisa idea di scuola ed una chiara linea di azione organizzativa ed educativa.
La nostra scuola deve essere innanzitutto libera e autonoma, accogliere le idee di tutti e favorire la più ampia partecipazione ai processi educativi. Una scuola dove si lavori secondo il principio della comunità educante, nella convinzione che il processo di trasformazione della società coinvolga ognuno di noi. Per poter rispettare un principio di libertà, devono però essere garantiti spazi di autonomia per la scuola e per le persone che operano al suo interno, dirigenti, docenti e personale Ata, naturalmente nell’ambito delle proprie mansioni.
L’autonomia deve poi anche essere la base di qualunque azione educativa perché solo attraverso la concessione di momenti e luoghi di autonomia ai ragazzi, in un contesto in cui sia favorita la loro libera espressione, è possibile lavorare alla costruzione del senso di responsabilità. Si tratta di un percorso che però deve riguardare tutti, adulti e ragazzi. Crediamo quindi che sia importante confrontarsi con il tema della valutazione delle scuole, dei docenti, degli studenti ed affrontare la questione dei risultati della propria azione.
Ma questo deve avvenire in modo condiviso all’interno di una logica formativa finalizzata ad attivare processi di miglioramento e non per perseguire obiettivi di selezione o di discriminazione. La scuola a cui pensiamo deve poi favorire l’accoglienza e l’inclusione attraverso precise azioni educative e sistemiche che sviluppino il senso della solidarietà ed il rispetto per chi si trova in situazioni di svantaggio.
In base a quanto detto, a noi interessa confrontarci prioritariamente su temi quali il rinnovamento della didattica, la formazione del personale, il contrasto alla dispersione scolastica, i processi di integrazione, le azioni che favoriscono il benessere degli studenti e del personale della scuola.
In questi giorni è in atto un dibattito sulle possibili occupazioni delle scuole da parte degli alunni: tutti riteniamo che le occupazioni siano un modo non adeguato per esprimere il proprio punto di vista e tutti siamo convinti che la legalità sia un principio da salvaguardare.
Dobbiamo anche riflettere con gli studenti sul fatto che, tranne poche eccezioni, ha prevalso un carattere di ritualità delle varie iniziative, senza apprezzabili sviluppi nella continuità e nella qualità nell'attività del movimento degli studenti nelle scuole e nel territorio. Ma non crediamo che le occupazioni siano il principale problema della scuola né che si possa basare su questo tema l’identità di un gruppo di operatori scolastici.
Inoltre riteniamo che la risposta ad una violazione delle regole debba essere innanzitutto educativa e non repressiva. E’ ben noto, ad esempio, anche il dibattito degli scorsi mesi sulla questione dei cani antidroga, che ha portato alcuni a chiedere continui interventi della polizia nelle scuole.
Noi riteniamo che questo rischi di diventare un modo attraverso il quale la scuola delega ad altri i propri compiti e sosteniamo invece che la scuola debba assumersi le proprie responsabilità, portando gli studenti alla consapevolezza che le regole vanno rispettate attraverso un processo educativo basato sulla partecipazione e la condivisione e non su un’imposizione autoritaria calata dall’alto. Le strade che conducono a risolvere i problemi inasprendo i regolamenti e facendo continuo ricorso alle forze dell’ordine sono scorciatoie pericolose e illusorie.
Il rapporto con le forze dell’ordine deve rimanere su un piano di collaborazione e nel rispetto della reciproca autonomia. Riteniamo quindi fondamentale accettare fino in fondo la difficile sfida educativa, privilegiando il lavoro sulle relazioni e sulla didattica e facendo ricorso alla sanzione solo nei casi in cui si ritenga che essa possa essere efficace sul piano formativo e utile al ristabilimento di rapporti corretti nella comunità scolastica.
Nelle prossime settimane i firmatari del presente documento proveranno ad indicare alcune azioni concrete che riteniamo possano essere utili ai fini della costruzione di un diverso modello di scuola.
Firme
· Marina Andalò, Dirigente Scolastico Istituto Comprensivo “Altiero Spinelli”di Scandicci
· Ludovico Arte, Dirigente Scolastico Istituto Tecnico per il Turismo “Marco Polo” di Firenze
· Silvia Baldaccini, Dirigente Scolastico Liceo Scientifico “A.M. Enriques Agnoletti” di Sesto Fiorentino
· Silvia Bertone, Dirigente Scolastico Istituto Comprensivo “Primo Levi” di Impruneta
· Simone Cavari, Dirigente Scolastico Direzione Didattica Circolo 1 di Sesto Fiorentino
· Giacomo D’Agostino, Dirigente Scolastico Istituto di Istruzione Superiore “Leonardo Da Vinci” di Firenze
· Osvaldo Di Cuffa,Dirigente Scolastico Istituto Comprensivo “Giorgio La Pira” di Campi Bisenzio
· Silvia Di Rocco, Dirigente Scolastico Istituto Comprensivo “Gandhi” di Firenze
· Giacomo Forti, Dirigente Scolastico Istituto Comprensivo “Verdi” di Firenze
· Laura Innocenti, Dirigente Scolastico Istituto Comprensivo “Rossella Casini” di Scandicci
· Laura Lozzi, Dirigente Scolastico Direzione Didattica 3° Circolo di Empoli
· Giulio Mannucci, Dirigente Scolastico Istituto di Istruzione Superiore “Ernesto Balducci” di Pontassieve
· Gabriele Marini, Dirigente Scolastico Istituto di Istruzione Superiore “Giosuè Carducci” di Volterra
· Marco Paterni, Dirigente Scolastico Liceo Scientifico “Antonio Gramsci” di Firenze
· Angela Pecetta, Dirigente Scolastico Liceo Scientifico “Niccolò Rodolico” di Firenze
· Annalisa Savino, Dirigente Scolastico Istituto Comprensivo “Lorenzo Ghiberti” di Firenze