Tommaso Fattori, capogruppo di Sì-Toscana a Sinistra e membro della quarta commissione del consiglio regionale della Toscana, era oggi ad Orbetello per l’indagine conoscitiva sulle problematiche ambientali della laguna. Al termine dell’audizione Tommaso Fattori ha dichiarato: “dopo venti anni di commissariamento e una valanga di soldi spesi, ci ritroviamo nel 2015 senza un sistema di procedure per la gestione delle emergenze e senza procedure efficaci per la gestione ordinaria della laguna. A questo si sommano i 5 milioni di euro passati dalla fase commissariale alla Regione Toscana per le bonifiche, soldi che ad oggi non risultano ancora spesi, senza una ragione plausibile, e una situazione complessiva dei progetti di bonifica delle aree contaminate, a partire dall’ex Sitoco, che è a dir poco confusa. Il risultato è che lo stato chimico dell’acqua in laguna non è buono per la presenza di metalli nei sedimenti”.
Aggiunge Fattori “dobbiamo fare in modo che ciò che è accaduto questa estate nella Laguna di Orbetello non accada più, anche se sappiamo che eventi “straordinari” come l’innalzamento della temperatura delle acque saranno, purtroppo, sempre meno straordinari e sempre più normali, a causa del cambiamento climatico. Dobbiamo atrezzarci, non solo con un piano di emergenze ma anche con sistemi in grado di gestire la normalità in modo diverso e più efficace, nell’interesse dell’ecosistema, dei pescatori e del turismo. Per andare verso una nuova laguna, servono interventi più consistenti e duraturi per migliorare la circolazione dell’acqua e la sua velocità nella zona lagunare, per migliorare l’ossigenazione, per eliminare gli eventuali scarichi abusivi e per convogliare all’esterno della laguna i reflui degli impianti di itticoltura, che ogni anno versano tonnellate di azoto e di fosforo dentro le acque lagunari, alimentando le alghe”.
Conclude Fattori: “per tutto questo occorre una cabina di regia multivello, che abbia il Comune di Orbetello e la popolazione locale al centro, con a fianco Provincia, Regione e governo, dato che l’area è demaniale ed è sito di interesse nazionale. La strada può essere quella di un ente ad hoc, in grado di superare per sempre i commissariamenti e gli spechi di denaro, e che abbia al cuore i saperi tecnici e la comunità scientifica e accademica, che possa gestire soldi certi per progetti definiti”.
Fonte: Ufficio Stampa