Ancora una volta un piccolo grande miracolo italiano che si compie. Un teatro storico, uno spazio architettonico di pregio, attivo e aperto dalla metà dell’Ottocento, rinnova il suo antico sogno di attrarre e promuovere risorse e produzioni culturali. Un obiettivo che si staglia contro i segni del tempo e le ristrettezze economiche del presente per continuare ad incantare con la drammaturgia di qualità, l’alternanza dei generi e dei linguaggi espressivi spaziando dalla prosa alla danza e alla musica. Una sfida che avvince e vince, come attesta il dato record raggiunto lo scorso anni relativo al numero degli abbonamenti sottoscritti, circa 140, la metà dei posti disponibili. Una sfida che punta alla valenza sociale del teatro, una scommessa sull’equilibrio tra tradizione e innovazione e un investimento per il futuro delle arti sul rafforzamento dell’identità del Niccolini e della sua importante funzione di teatro pubblico.
Il Niccolini, spazio aperto ai generi
Uno spazio drammaturgico aperto alla curiosità, alla vita, alla creatività, alle sensazioni. Con i suoi 300 posti, un ricco percorso storico ed una posizione strategica, a metà strada tra Firenze e Siena, il Niccolini continua a proporsi, ad affermarsi come fucina di idee e di incontri, come luogo che non solo ama parlare il linguaggio contemporaneo nelle parole e nelle modalità espressive, ma accoglie le diverse proposte e richieste culturali miscelando generi ed eventi sullo sfondo di un’eco che da sempre evoca la tradizione. Una nuova stagione teatrale con grandi nomi del panorama artistico nazionale, titoli di prosa, danza, musica e tanti eventi legati al territorio.
Il successo del teatro: passione e sinergie tra i promotori
Terreno di forza e vitalità, il Niccolini mira a dialogare con il proprio territorio prima, durante e dopo lo spettacolo, in un momento in cui il mondo della cultura non ha certo vita facile e le risorse e le prospettive sono sempre più limitate. Anche quest’anno a dare impulso vitale è una stagione di eventi di qualità confezionata da una sinergia di forze che vede collaborare il Comune di San Casciano, promotore e sostenitore del teatro dal 1996, l’ente Fondazione Toscana Spettacolo onlus, storico partner del Comune impegnato a supportare sul piano finanziario e artistico la programmazione dei contenuti del cartellone sancascianese.
Altrettanto significativa è la presenza e la collaborazione delle compagnie residenti, Arca Azzurra Teatro e Teatro-Danza Xe che hanno dato ed infondono linfa alle molteplici forme espressive che si coltivano in seno alla struttura, contribuendo a fare della formazione e della didattica artistica un tratto distintivo della realtà Niccolini. Fondamentale anche l’impegno di ChiantiBanca, soggetto che con il suo rinnovato sostegno al teatro offre un significativo contributo alla crescita culturale del territorio. Un lavoro di squadra che include anche “Gassa d’Amante”, l’associazione culturale che per conto del Comune svolge attività di segreteria organizzativa e coordinamento tecnico all'interno del teatro Niccolini.
La stagione 2015-2016
Equilibrio tra i generi, armonia tra i diversi linguaggi destinati ad un pubblico eterogeneo, sempre più esigente, maturo e sensibile alla qualità e alla diversificazione dell’offerta. La stagione teatrale 2015-2016 rinnova i propri obiettivi: dialogare con il territorio, avvicinare lo spettatore alle molteplici forme espressive che stanno dentro e alimentano il mondo teatro, richiamare l’attenzione del pubblico su una doppia connotazione che da un lato dà spazio al linguaggio classico, dall’altro favorisce e scommette sulle sperimentazioni drammaturgiche.
Una convivenza possibile che da 19 edizioni segna il passo nel percorso artistico del Niccolini e che quest’anno si ripropone con un cartellone di nove appuntamenti. Titoli che contemplano prosa, musica e danza. Produzioni toscane, pièces che si ispirano alle pagine della nostra storia, ai testi di autori classici come Shakespeare, Pirandello, Feydeau e grandi compositori come Stravinskij rivisitati in chiave contemporanea, opere che scommettono sui linguaggi della sperimentazione e che vedono la partecipazione di nomi di richiamo nel panorama artistico contemporaneo: tra gli altri Stefano Massini, Arca Azzurra Teatro, Adriano Miliani, Gianfranco Pedullà, Emilio Solfrizzi, Julie Ann Anzilotti, Elio De Capitani, Versiliadanza, Sandro Veronesi, Alessio Boni e Marcello Prayer.
Giovani e musica
Una delle peculiarità più significative di questo cartellone è la seconda edizione di una rassegna musicale realizzata in collaborazione con il Conservatorio di Musica Luigi Cherubini di Firenze. Un programma di sette concerti, da novembre ad aprile con una seconda tranche prevista nel corso della stagione estiva, che vede protagonisti l'interpretazione di giovani talenti (ingresso libero). Le date dei concerti sono in via di definizione.
Il CARTELLONE
Abbonamento
PRIMA NAZIONALE
venerdì 23 e sabato 24 ottobre 2015 ore 21
Arca Azzurra Teatro
Si Gira!
regia di Stefano Massini
libera versione di Stefano Massini dai Quaderni di Serafino Gubbio operatore di Luigi Pirandello con Giuliana Colzi, Andrea Costagli, Dimitri Frosali, Massimo Salvianti, Lucia Socci, Duccio Baroni, Silvia Frasson, Gabriele Giaffreda
Costumi Giuliana Colzi
Luci Marco Messeri
In una società sempre più incentrata sui social network, intasati ogni giorno da miliardi di video, scatti e autoscatti è impossibile non essere toccati dalla storia dell’operatore cinematografico Serafino Gubbio (nato dalla penna di Luigi Pirandello nel 1916) e dalla sua metamorfosi in macchina da presa.
A due anni dal primo felice e fulminante incontro con Stefano Massini, autore e regista del “Principe” dal capolavoro di Niccolò Machiavelli, con cui la compagnia ha celebrato il 500° anniversario della scrittura del celeberrimo trattato del Segretario Fiorentino, prosegue la collaborazione tra la compagnia e Massini che confeziona per l’Arca Azzurra un testo tratto dal romanzo di Luigi Pirandello: “Quaderni di Serafino Gubbio operatore”, scritto negli anni dieci del ‘900 e nel quale traccia un ritratto straordinariamente vero e a tratti fortemente autobiografico del suo rapporto, non proprio idilliaco, con la nascente industria cinematografica italiana. E lo spettacolo che si va a mettere in scena è il frutto di un percorso iniziato già nel 2014 e proseguito con un lavoro di prova e di messa a punto, un vero e proprio work in progress, che ha impegnato attori e autore-regista, dal gennaio al marzo di questo 2015. In questo periodo il testo del grande autore siciliano, nella riscrittura e sotto la direzione di Massini, è stato “metabolizzato” dalla compagnia fino a diventare una forsennata macchina da palcoscenico, piena di accelerazioni degne di una comica di Ridolini, pur nel rispetto del finissimo gioco psicologico pirandelliano che rende memorabili i suoi protagonisti.
(Arca Azzurra Teatro)
Quanta verità in questo romanzo meno noto del futuro premio Nobel. Quanta sorpresa nell’indagare queste pagine come un lucidissimo prologo del nostro tempo attuale. E quanto coraggio nella stessa penna dell’autore dei “Giganti dei montagna”, anche qui smaliziato nell’allungare lo sguardo su un futuro allora solo immaginabile, ed oggi puntualmente rivelatosi reale.
C’è qualcosa di emozionante nel riaprire oggi, a distanza di un secolo esatto, le pagine di questo diario così strano, metaforico e illuminante, tutto incentrato sulla metamorfosi di un essere umano in un’algida macchina da riprese. Bombardati come siamo da valanghe di scatti e autoscatti, intasati dal flusso dilagante di milioni di video su YouTube, è impossibile non essere toccati dalla testimonianza candida dell’operatore Serafino Gubbio, piccola pedina ingurgitata dal vortice promettente di un’industria cinematografica ai primi albori: è davanti ai suoi occhi attoniti che prende forma, di fatto, l’impasto originario della futura “età delle immagini”, in cui sarà impossibile distinguere fra ciò che è reale e ciò che è icona.
Tutto ambientato fra le stravaganze felliniane di un set alle prime armi, fra dive alla Almodovar e squarci da Ernst Lubitsch, il romanzo di Pirandello indaga sornione e inquieto fra le pieghe di un novecento tutto ancora da costruire, ma già fiero in culla del suo essere il secolo della cineproiezione.
È come se si scaldassero i motori, e solo noi sappiamo a posteriori l’esito della folle corsa. Per cui non ci resta che assistere stupiti alla turbata vicenda umana di un Charlie Chaplin nostrano, destinato a perdere l’identità di uomo per divenire occhio, obiettivo e diaframma di una gigantesca cinepresa. Serafino Gubbio: forse la prima vittima sull’altare della cine-follia.
(Stefano Massini)
PRIMA NAZIONALE
sabato 21 ore 21 e domenica 22 novembre 2015 ore 17
Jack and Joe Theatre
Histoire du Soldat
regia di Adriano Miliano
di I. Stravinskij e Charles-F. Ramuz
costumi Laura Cavagnini musiche Antonio Di Pofi
Uno spettacolo di musica, teatro e danza, a cento anni dalla sua creazione. Le forti ristrettezze economiche spinsero Stravinskij, Ramuz e Ansermet, negli anni della Grande Guerra, a concepire l’idea di un’opera di teatro musicale che potesse viaggiare agevolmente attraverso l’Europa in conflitto: nessun cantante, solo attori e ballerini, o all'occasione anche marionette; un ensemble strumentale che distilla le sonorità di una grande orchestra; una trama scarna ed essenziale, eppur profonda e senza tempo. Sono questi gli elementi caratteristici di quest'opera che, ancor oggi, la rendono uno dei vertici del teatro musicale di ogni tempo; un unicum che, al pari di altri capolavori come l'Orfeo di Monteverdi o la Carmen di Bizet, resta incisa nella memoria collettiva per l'audacia delle sue scelte e il suo carattere visionario.
Passato un secolo mi sembra che la nostra situazione economica e sociale sia molto simile. Certo, non abbiamo la devastante guerra fisica di allora, ma trovo che la guerra moderna che siamo chiamati a combattere ogni giorno sia altrettanto devastante: una battaglia a cercare di tenere vivi i valori morali, sociali su cui si basa la convivenza civile, valori distrutti da necessità nuove ed impellenti, dove il “Dio denaro” fa da padrone. Vogliamo tutto e subito. Alcuni versi dell’opera recitano: “…bisogna saper scegliere; non si ha il diritto di avere tutto: è vietato! Una felicità è tutta la felicità; due, come se non esistessero”.
Adriano Miliani
in collaborazione con Accademia della Chitarra (Pontedera)
sabato 19 dicembre 2015 ore 21
Associazione Mascarà Teatro Popolare d'Arte
Re Lear o il passaggio delle generazioni
da King Lear di William Shakespeare
riduzione del testo e regia Gianfranco Pedullà
con Giusi Merli, Marco Natalucci, Gianfranco Quero Roberto Caccavo,
Lorella Serni, Gaia Nanni, Claudia Pinzauti, Marco Natalucci,
Enrica Pecchioli, Francesco Rotelli, Simone Faloppa, Silvia Fasson
musiche originali Jonathan Faralli
costumi Alexandra Jane
regia Gianfranco Pedullà
Uno dei temi centrali di Re Lear è quello del tortuoso e tormentato passaggio di poteri da una generazione a un’altra e della contrapposizione che questo passaggio genera. Un simile conflitto sta avendo luogo nella nostra epoca, nella quale il rapporto generazionale, per ragioni culturali, politiche, sociali ed economiche, appare pericolosamente sbilanciato. È nel momento della lotta per il potere, che scatena avidità e desideri profondamente radicati, che i legami di amore e solidarietà vanno in frantumi, rivelando la piccolezza e la miseria del genere umano. Il regista Gianfranco Pedullà sceglie la tragedia di Lear per il messaggio di profonda speranza che in fondo essa porta con sé: speranza riposta nella purezza di anime oneste, alle quali è affidato il compito della ricostruzione sulle ceneri della guerra.
giovedì 7 gennaio 2016 ore 21
ErreTiTeatro-Roberto Toni
Sarto per signora
di Georges Feydeau
traduzione, adattamento teatrale e regia Valerio Binasco
con Emilio Solfrizzi
e con Anita Bartolucci, Fabrizio Contri, Cristiano Dessì, Barbara Bedrina, Lisa Galantini, Simone Luglio, Elisabetta Mandalari, Giulia Weber
scene Carlo De Marino
costumi Sandra Cardini
disegno luci Pasquale Mari
Scambi d’identità, bugie e amori adulterini sono fra gli ingredienti principali di questa esilarante commedia degli equivoci. Sarto per signora prende il titolo dalla falsa identità assunta dal fedifrago dottor Molineaux che, per poter vedere liberamente la sua amante, si finge, appunto, un sarto per signore. È da questo e da altri magistrali ritratti della borghesia della Belle Époque, che emerge il gusto di Feydeau per le situazioni assurde e surreali, un gusto finissimo che pone il suo teatro fra quello dei grandi autori europei dello scorso secolo. Per molti versi ancora attuale: perché è, sì, un gioco di incomprensioni, ambiguità e tradimenti, ma, soprattutto, un’acuta, lucidissima critica alla società.
PRIMA NAZIONALE
venerdì 22 gennaio 2016 ore 21
Civica scuola di Teatro Paolo Grassi di Milano
Compagnia XE, Comune di San Casciano Val di Pesa, Mibact, Regione Toscana
Compagnia Xe
Il primo amore. II movimento
coreografia Julie Ann Anzilotti
in collaborazione con la Civica Scuola D'Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano
Il primo amore esplora alcuni sentimenti vissuti dall’adolescenza in modo straordinario: la sensazione di essere sopraffatti dalle emozioni, l’amicizia come valore assoluto, il primo innamoramento totalizzante, la gioia incontenibile e ingiustificata come la melanconia senza valida motivazione. La tenerezza, dalle mille anche opposte sfaccettature, pervade l'intero spettacolo. Dalla fonte di ispirazione letteraria sono scaturiti le imprevedibili apparizioni. “Il primo amore” nasce da un lungo laboratorio di improvvisazione e composizione
coreografica con 12 vibranti danzatori del corso di Teatrodanza della Scuola di Teatro Paolo Grassi di Milano. Lo spettacolo è liberamente ispirato al romanzo “Il grande amico Meaulnes” di Alain Fournier.
venerdì 26 febbraio 2016 ore 21
Teatro dell'Elfo
Il vizio dell’arte
di Alan Bennett
traduzione Ferdinando Bruni
uno spettacolo di Ferdinando Bruni e Francesco Frongia
con Ferdinando Bruni, Elio De Capitani
e con Ida Marinelli, Umberto Petranca, Alessandro Bruni Ocaña,
Vincenzo Zampa, Michele Radice, Matteo de Mojana
costumi Saverio Assumma musiche dal vivo Matteo de Mojana luci Nando Frigerio
suono Giuseppe Marzoli voce registrata Giorgio Gaddi sassofono Luigi Napolitano
Dopo il grande successo di qualche stagione fa con The History Boys, il Teatro dell’Elfo torna alla scrittura teatrale di Alan Bennett con un testo del 2009, Il vizio dell’arte, andato in scena nello stesso anno al National Theatre di Londra, dove è ambientata la storia. In questo lavoro il drammaturgo inglese propone un divertente gioco di “teatro nel teatro” per parlare di poesia, di musica, di etica, della paura di invecchiare e, naturalmente, di teatro. La commedia ha per protagonisti due importanti personalità del secolo scorso, il poeta Wystan Hugh Auden (conosciuto per la sua poesia Funeral blues, recitata nel film Quattro matrimoni e un funerale) e il compositore Benjamin Britten (autore, tra le altre, delle musiche di Morte a Venezia), che, nell’invenzione (ma neanche troppo) di Bennett, si ritrovano dopo vent’anni di lontananza. I due ex amanti, durante le prove della nuova produzione del National Theatre, Il giorno di Calibano, ricordano il passato, discutono del presente, si stuzzicano con battute e invenzioni linguistiche che danno allo spettacolo un ritmo brillante e un piglio divertente. Spettacolo molto applaudito anche grazie all’interpretazione di Ferdinando Bruni (che ha fatto la traduzione del testo) e Elio De Capitani (anche regista).
mercoledì 9 marzo 2016 ore 21
Versiliadanza e Small Theatre\NCA
SDD Shakespeare dead dreams
ideazione, regia, suono e costumi Vahan Badalyan
coreografia Angela Torriani Evangelisti
interpreti Arsen Khachatryan, Leonardo Diana, Angela Torriani Evangelisti
Ispirandosi a quattro dei drammi shakespeariani per eccellenza – Amleto, Otello, Macbeth e Re Lear – il regista armeno Vahan Badalyan e la coreografa italiana Angela Torriani Evangelisti conducono lo spettatore attraverso un viaggio surreale nella complessità della natura umana.
in collaborazione con Small Theatre/NCA con il supporto di MiBACT/Regione Toscana
martedì 15 marzo ore 21
Teatro Metastasio-Stabile della Toscana
Non dirlo
Il Vangelo di Marco
monologo di e con Sandro Veronesi
tratto dall’omonimo libro pubblicato da Bompiani
Il Vangelo di Marco è il Vangelo d’azione, il primo, il più breve, il più imperscrutabile, quello in cui il segreto non si scioglie nemmeno alla fine. Sandro Veronesi spreme fino all’ultima stilla il succo segreto di questo testo e lo propone al pubblico nella sua scintillante modernità.
in collaborazione con Fosforo
martedì 12 aprile 2016 ore 21
Goldenart
I Duellanti
di Joseph Conrad
traduzione e adattamento Francesco Niccolini
drammaturgia Alessio Boni, Roberto Aldorasi, Marcello Prayer, Francesco Niccolini
regia Alessio Boni, Roberto Aldorasi
con Alessio Boni, Marcello Prayer
e con Francesco Meoni
violoncellista Federica Vecchio
maestro d’armi Renzo Musumeci Greco
musiche Luca D’Alberto
scene Massimo Troncanetti
costumi Francesco Esposito
light designer Giuseppe Filipponio
Gabriel Florian Feraud, guascone iroso e scontento, e Armand D’Hubert, posato e affascinante uomo del nord, sono ufficiali del più grande esercito dell’Ottocento: la Grande Armée di Napoleone Bonaparte. Per motivi ignoti, senza che nessuno conosca il perché di questo odio così profondo che li accompagnerà per vent’anni, inanellano sfide a duello che li accompagnano lungo le rispettive carriere fino allo scontro decisivo. Due uomini che non possono fare a meno l’uno dell’altro, rassegnati ad un destino a cui nessuno dei due può sottrarsi. Un’opera su di un mondo in rapida estinzione, e al tempo stesso un capolavoro dell’assurdo, su come i fili della vita e del destino sfuggano di mano e sopravanzino ogni buon senso e prevedibilità.
da novembre ad aprile
Concerti a teatro
In collaborazione con il Conservatorio Luigi Cherubini di Firen
BIGLIETTERIA E ABBONAMENTI
Abbonamento a turno unico per 8 spettacoli
platea e palco centrale: intero € 100 - ridotto € 84
palco laterale: intero € 68 - ridotto € 56
Campagna abbonamenti
dal 1° ottobre al 23 ottobre
orario apertura al pubblico ufficio(piazza della Repubblica 12 San Casciano V.P.)
lunedì, venerdì e sabato ore 10 – 14
martedì e giovedì ore 14 – 19
abbonamenti
platea e palco centrale
intero 100 euro – ridotto 84 euro
palco laterale
intero 85 euro – ridotto 56 euro
abbonamento under 25 tre titoli a scelta
palco laterale
15 euro
biglietti
platea e palco centrale
intero 16 euro – ridotto 14 euro – ridotto allievi corsi 12 euro
palco laterale
intero 12 euro – ridotto 10 euro – ridotto allievi corsi 8 euro
riduzioni
under 25, over 60, soci Coop, Arci, Acli, ChiantiBanca, allievi dei corsi e laboratori in residenza presso il Teatro Niccolini.
Promozione biglietti Coop
per i soci Coop è attivata la promozione 1000 punti mille emozioni. Info e adesioni presso i punti vendita UniCoop Firenze.
Info e prenotazioni
Ufficio del Teatro Niccolini presso Torrino delle Mura Piazza della Repubblica 12, 50026 San Casciano V.P. (Fi) tel. 055 8256388 segreteria@teatroniccolini.it – circuito Box Office – online sul sito www.boxol.it
apertura sala e biglietteria un'ora prima dello spettacolo