Si potrebbe definire caos o, forse più semplicemente, una classica vicenda all'italiana con l'aggravante che stavolta si parla di una cosa seria come la possibilità di salvare una vita umana col defibrillatore. Anche l'empolese è stato infatti scosso la scorsa settimana dalla questione del Dae che non solo ha mandato in 'fibrillazione' molte società sportive ma che addirittura ha costretto alcune ad uno stop di qualche giorno, giusto in tempo per l'italianissima proroga alla legge che da un lato salva chi non ha adempiuto agli obblighi previsti dalla Legge Balduzzi del settembre 2012 e dall'altro aumenta le possibilità che le persone possano morire. Complimenti.
La vicenda: nel settembre del 2012 viene emanato un decreto legge che obbliga tutte le società sportive partecipanti ai campionati dilettantistici di dotarsi di un defibrillatore semiautomatico entro il 1 gennaio 2015 e di formare personale per l'uso. Giunti alla data, ecco la prima proroga al 1 ottobre stesso anno ma, ovviamente, essendo in Italia, la sera del 30 settembre scatta il panico fra chi non ce l'ha. Che fare? In 24 ore si può comprare, ma di sicuro non si può formare il personale. Alcuni a Empoli hanno pensato così di chiamare Misericordia e Pubbliche Assistenze per avere un'ambulanza sui campi, ma si capisce bene come sia difficile, se non impossibile, poter conciliare i normali servizi con questa emergenza. Quindi niente ambulanza. Alcune società, invece, hanno addirittura sospeso l'attività fino all'italianissimo intervento della Commissione Sanità della Regione Toscana che ha prorogato di un anno tale obbligo, ripetendo quanto fatto il 1 gennaio scorso. "Il nuovo testo - si legge nella nota stampa regionale - è frutto di un’articolata elaborazione svolta in commissione, e fissa un nuovo termine per l’adeguamento alla dotazione dei defibrillatori al 1° ottobre 2016 anziché al 1 ottobre 2015". E giù dichiarazioni di soddisfazione da parte di tutti, come se questo fosse un successo. Mah.
Il dottor Maurizio Cecchini, specialista in Cardiologia dell'Università di Pisa, ha ovviamente tuonato sul suo blog contro le decisione (http://www.cecchinicuore.org/2015/10/01/vergogna-signori-vergogna/ ) snocciolando fra l'altro dei numeri: "Questa proroga di ulteriori 12 mesi comporterà la morte statisticamente prevedibile di circa 100 persone toscane sui campetti di calcio, nelle palestre, nelle piscine. Il conto è presto fatto: muoiono di morte improvvisa 1 abitante su 1000 ogni anno. Siamo 3.600.000 Toscani e quindi in un anno ne moriranno 3.600; di questi almeno un centinaio negli impianti sportivi. Come ogni statistica mondiale riporta".
Se puntiamo l'obiettivo sulla nostra città, giova ricordare come gli staff formazione di Misericordia e Pubblica Assistenza, dopo il decreto, hanno intensificato il loro lavoro con corsi gratuiti a dirigenti delle società sportive, senza dimenticare che Cabel e Misericordia donarono molti defibrillatori dopo il decreto Balduzzi. Dal settembre 2012, per molte società ed associazioni che non l'hanno avuto in regalo, è stato invece impossibile reperire 1000 euro per comprarne uno o sollecitarne la donazione da parte di uno sponsor. Tanto poi, dopo <un’articolata elaborazione svolta in commissione> ci ha pensato la 'politica' regionale a sistemare le cose con una italianissima proroga. Ora attendiamo fiduciosi la nuova scadenza del 1 ottobre 2016. Se poi, nel frattempo, qualcuno in un impianto sportivo sprovvisto si sente male ed avrebbe avuto la possibilità di essere salvato da un Dae...