Sono quasi 7 milioni, il 12,8% della popolazione, le persone che in Italia si sono fatte tatuare e il 13,4% di loro i disegni sul proprio corpo se li è fatti imprimere non in un centro autorizzato.
Con i rischi che questo può comportare: rischi biologici, costituiti da infezioni e legati a tipologia, sterilizzazione e gestione delle attrezzature utilizzate e rischi di tipo allergico e tossico, legati alla presenza di cobalto, cromo, nichel ed altri metalli negli inchiostri che possono dare reazioni.
Il dato emerge da un’indagine effettuata dall’Istituto superiore di sanità su un campione di quasi 8.000 persone rappresentativo della popolazione italiana dai 12 anni in su, dal quale emerge che 1 milione e mezzo di persone tatuate ha tra i 25 e i 34 anni, ma la fascia di età con il numero maggiore è quella tra i 35 e i 44 anni (29,9%). Di poco, ma sono più tatuate le donne degli uomini.
Per tornare al luogo dove sono stati effettuati i tatuaggi, oltre al già citato 13,4% fuori dai centri autorizzati, il 9,1% si è rivolto ad un centro estetico e il 76,1% un centro specializzato.
Al Dipartimento di prevenzione, igiene e sanità pubblica dell’Azienda sanitaria di Firenze spetta il compito di verificare che i centri in attività – ce ne sono circa 100 sparsi nell’ambito di competenza della Asl 10 – si attengano a quanto disposto dalle apposite leggi emanate dalla Regione Toscana, le prime in Italia in materia, in particolare che abbiano i requisiti strutturali ed igienico-sanitari per la corretta effettuazione della attività di tatuaggio piercing, compresi i percorsi formativi per gli operatori indicati dal regolamento regionale e considerati un aspetto essenziale per garantire sicurezza all’utente ed anche a chi opera.
Un corso rivolto agli operatori sulla prevenzione delle infezioni associate all’attività di tatuaggio è stato più volte organizzato dalla Asl 10 – a partire dal 2001 quando ancora c’era attesa per l’emanazione della legge regionale – proprio in collaborazione con le associazioni di categoria che saranno presenti dal 9 all’11 ottobre nel padiglione Spadolini della Fortezza da Basso a Firenze dove si svolge l’ottava edizione di Florence Tattoo Convention che ha ottenuto il patrocinio della Asl.
La collaborazione con gli operatori è molto importante per garantire prestazioni nella massima sicurezza a tutela della popolazione.
Dall’indagine dell’Istituto superiore di sanità è emerso infatti che solo il 58,2% degli intervistati è informato sui rischi: la percezione sui rischi considerati più frequenti riguarda le reazioni allergiche (79,2%), l’epatite (68,8%) e l’herpes (37,4%), mentre, soltanto il 41,7% è adeguatamente informato sulle controindicazioni alla pratica del tatuaggio.
I tatuaggi eseguiti non in condizioni di sicurezza possono infatti essere veicolo di trasmissione di infezioni, in particolare quelle per via ematica: tetano, epatiti da virus di tipo B e C, HIV, l’agente causale dell’AIDS (la Sindrome da immunodeficienza acquisita).
Dall’indagine è per esempio emerso che il 3,3% di chi ha effettuato un tatuaggio ha avuto complicanze o reazioni locali: dolore, granulomi, ispessimento della pelle, reazioni allergiche, infezioni.
Il Dipartimento di prevenzione della Asl 10, per garantire omogeneità dei controlli in tutto il territorio di competenza ha adottato una procedura comune a tutti i Setting di igiene pubblica che viene utilizzata nell’attività di sorveglianza e nei controlli sugli esercizi di attività di tatuaggio e piercing, per valutare l’esistenza ed il mantenimento dei requisiti igienico sanitari previsti.
Fonte: Ufficio Stampa - Azienda Sanitaria di Firenze