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Rabazzi (Cia): "Qualcuno ci spieghi per quali servizi gli agricoltori dovrebbero pagare la Tasi"

Enrico Rabazzi

"Come presidente della Cia di Grosseto vorrei che i nostri amministratori spiegassero agli agricoltori per quale motivo dovremmo pagare la Tasi in scadenza domani 30 settembre.
Un ennesimo tributo che va a colpire un settore già in ginocchio ma ciò che è più umiliante è che questa gabella evidenzia come ci siano cittadini di serie A e cittadini figli di un Dio minore”.

Così Enrico Rabazzi, vicepresidente regionale e presidente di Grosseto Cia- Confederazione Italiana Agricoltori commenta l'ennesima tassa in scadenza domani.

“Forse noi persone di campagna non siamo perspicaci come i nostri cugini di città, ma francamente ci risulta molto difficile capire a quali servizi indivisibili si riferisca questa tassa. Servizi come l'ufficio postale e servizi medici di fatto nelle aree rurali non esistono più; non certo la viabilità, che in campagna è tutta sconnessa e per la quale non ci sono mai fondi disponibili, e questo anche se in città spuntano rotonde maestose e imponenti; stessa cosa vale per l'illuminazione, tant'è che per avere questo lusso ogni azienda agricola deve provvedere da sé; stessa cosa vale per la fossa imhoff. Se poi si pensa al trasporto pubblico - aggiunge il presidente - l'indignazione diventa senza fine: nella zone non solo mancano le scuole, ora hanno tolto anche i mezzi per raggiungere quelle di città. Anche in questo caso la spiegazione è che mancano i soldi. Allora ci chiediamo: ma i soldi che gli agricoltori pagano per la Tasi dove vanno a finire? Forse servono a garantire i servizi per quelli che abitano in città? Gli agricoltori, oltre che garantire del cibo di qualità a chi risiede nelle aree urbane, devono lavorare anche per garantire la loro qualità di vita? Siamo abituati a essere considerati cittadini di serie B, ma questo ci sembra oltraggioso. E a chi si è permesso di consigliare agli agricoltori di comperare un motorino ai figli per andare a scuola - conclude Rabazzi - chiediamo di vergognarsi e di evitare di esprimersi se questo è l'unico modo che conosce. Se siamo disponibili a chiudere un occhio su tante questioni, quando ci sentiamo offesi e quando si umiliano i nostri ragazzi ricordiamo che siamo sempre pronti a rispondere con la stessa moneta”.

Fonte: Cia Grosseto

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