gonews.it

Il consigliere regionale Enrico Sostegni racconta l'accoglienza profughi in città

Una giornata per raccontare il modello toscano dell’accoglienza diffusa, attraverso le voci e le storie dei suoi protagonisti; per incontrare uomini e donne che fuggono da guerre e fame, troppo spesso rappresentati come “numeri” e non come persone, toccare con mano e descrivere le forme di integrazione e di lavoro volontario che sempre di più caratterizzano la presenza degli immigrati in Toscana.

È quella che si è svolta stamani grazie all’iniziativa #lacosagiusta promossa dal gruppo consiliare Pd in Regione Toscana.

Ogni consigliere si è recato sul proprio territorio a visitare una delle tante strutture deputate all’accoglienza profughi e rifugiati e si è fatto portavoce di una delle storie di alcune di queste persone.

La giornata è stata raccontata con una diretta web, a partire dalle prime ore della mattina, attraverso uno “speciale” del sito internet del gruppo consiliare (http://www.gruppopdregionetoscana.it/web/lacosagiusta/ ) e condivisa attraverso i suoi social network.

Una rete a maglie strette per scacciare la diffidenza

Lucignano - A Lucignano, piccola frazione del comune di Montespertoli, accoglienza inizia ad essere una parola piena di significato. Qualcosa di concreto che si percepisce visitando i locali della ex scuola che oggi ospita venticinque ragazzi tra i venti e i ventisei anni, gran parte dei quali arrivati nel luglio scorso.

Undici sono bengalesi, altrettanti vengono dalla Nigeria, due sono del Ghana e uno, Diallà, viene dal Mali. È proprio la sua storia ad avermi colpito. Ha ventun’anni, nel 2013, è scappato dalla capitale Bamako e dalla guerra civile. Minacciato e perseguitato dalla sua stessa comunità, compreso suo padre, per avere abbracciato la religione cristiana (il Mali è a maggioranza musulmana), ai cui precetti si è avvicinato frequentando la scuola.

Dopo la fuga Diallà ha trascorso quasi due anni tra Algeria e Libia, infine è arrivato a Lucignano, dove pian piano sta ritrovando un po' di serenità. 

Merito di un modello di accoglienza che qui funziona. Non era scontato all'inizio, con venticinque migranti piombati assieme ad un grosso carico di pregiudizi in una frazione di 150 abitanti. Il sindaco e la giunta hanno puntato sulla partecipazione, promuovendo incontri per spiegare e coinvolgere i cittadini.

Il resto lo ha fatto la qualità di questo progetto di accoglienza, che vede Asev (l’agenzia per lo sviluppo dell’Empolese Valdelsa) come capofila, assieme ad altri quattro soggetti - oltre naturalmente al Comune, la Croce d'oro di Montespertoli, Casa di riposo Rsa, e Publicasa - con i quali a breve i giovani profughi inizieranno a svolgere attività formative, ricreative e di volontariato. Dalla diffidenza iniziale, in alcuni casi un vero e proprio rigetto, si è passati adesso a una piena empatia tra la comunità e questi ragazzi.

Enrico Sostegni, consigliere regionale Pd

Exit mobile version