Primo giorno di scuola: no a trattamenti discriminanti per i bambini delle scuole di infanzia in appalto

(foto d'archivio)

Oggi, 15 settembre, le bambine e i bambini per la prima volta entreranno in classe nelle scuole d'infanzia comunali appaltate.
Uno scenario che si sarebbe potuto evitare se ci si fosse basati sul maxiemendamento al decreto enti locali, approvato prima in luglio dal Senato e poi definitivamente dalla Camera il 4 agosto, in cui era contenuto un emendamento specifico che mette fine al blocco delle assunzioni e prevede la possibilità per i Comuni di assumere nuovi insegnanti anche oltre i limiti di spesa imposti dal Patto di Stabilità (art. 4 comma 2 bis, del decreto legge 78/2015, convertito con modificazioni nella legge del 6 agosto 2015 n. 125).

Così lo scenario successivo all'appalto dei pomeriggi in 15 scuole comunali al Consorzio Metropoli si sta ormai delineando chiaramente. Il pomeriggio sarà affidato a personale inquadrato come educatore e non come docente, che non sarà tenuto né a partecipare alla programmazione né al collegio docenti. Le linee di indirizzo per l'anno scolastico 2015/2016 pubblicate sul sito del comune prevedono infatti una mera facoltà per il personale con funzione docente delle cooperative di partecipare al collegio dei docenti.

In seguito alle riunioni del 10 settembre per le/i neoiscritte/i abbiamo finalmente scoperto chi saranno le lavoratrici che il pomeriggio staranno nelle classi per uno stipendio netto che non arriva a 800 euro al mese: in alcuni casi sono le precarie del Comune che non hanno superato l'ultimo concorso e quindi non hanno possibilità di lavorare altrimenti, in altri si tratta di personale che già lavorava per le coop e che proviene dai nidi, con esperienza solo sulla fascia 0-3 e non manca qualche caso-limite. Insomma, quella che è avvenuta è una sorta di selezione al contrario: lavora chi non è nelle graduatorie statali e comunali, chi non ha superato i concorsi o chi non ha nessun titolo di servizio nelle scuole di infanzia. Non vogliamo affermare che individualmente queste persone non saranno in grado di svolgere il loro lavoro (quale lavoro, ci chiediamo? Quello di docente, in base al loro titolo, o quello di educatore, come prevede il loro contratto?), magari saranno o diventeranno bravissime e anzi a queste lavoratrici che hanno accettato condizioni così svantaggiose va la nostra più totale solidarietà.

Vogliamo però dire con forza che non è questo il modo in cui si seleziona personale che dovrà avere una mansione tanto delicata. Vogliamo dire con forza che le bambine e i bambini che frequenteranno le scuole in appalto vivranno una forte discriminazione rispetto a quelle/i che saranno nelle scuole interamente comunali. A differenza delle loro compagne e dei loro compagni , le/gli iscritte/i alle 15 scuole interamente comunali avranno una distribuzione delle attività fra mattina e pomeriggio che rispetti i principi della pedagogia, avranno la turnazione delle maestre, ognuna delle quali avrà un quadro completo su ogni bambina/o, avranno tutte le insegnanti -comprese quelle precarie- selezionate e reclutate in base a un concorso pubblico, avranno un collegio docenti composto obbligatoriamente dal doppio dei membri. Senza contare che avranno docenti e non educatori sia mattina che pomeriggio, con contratti e stipendi dignitosi.

Dichiara il sottosegretario all'istruzione Toccafondi in un'intervista di domenica 13 settembre a La Nazione che, relativamente alle scuole in appalto, ' se diminuiscono qualità e servizi, è legittimo protestare'. Visto il quadro che si è ormai chiaramente delineato, non ci pare che possano sussistere dubbi sulla diminuzione di qualità e di 'servizi', e soprattutto, sono diminuiti i diritti delle bambine e dei bambini, diritti che per noi vengono prima dei servizi. Ringraziamo il sottosegretario: continueremo la nostra protesta.
Chiudiamo con una considerazione: è ormai dato acquisito che la scuola di infanzia è un settore cruciale se non il più cruciale del sistema di istruzione. Proprio in questi anni, in cui le bambine e i bambini sono ancora così ricettive/i, si pongono le basi più solide per raggiungere il successo formativo alla fine del percorso scolastico e per garantirsi un futuro migliore. Per questo ricordiamo a tutti i genitori e a tutta la cittadinanza, oltre che all'amministrazione, che sulla scuola di infanzia non si possono accettare compromessi al ribasso, non si possono accettare riforme che, come questa, non sono basate su nessun principio pedagogico. Il futuro di Firenze si costruisce o si demolisce nelle nostre scuole di infanzia. Aiutateci a costruirlo.

Comitato L'infanzia non si appalta

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