"Parrini si era ripromesso di non parlare di D’Alema. Purtroppo è costretto a farlo, non solo per difendere la dignità del PD toscano, ma anche per dare i voti a D’Alema, su ciò che ha detto di bene e ciò che ha detto di male nell’ultima intervista al Corriere della Sera. Lo fa inerpicandosi in una piccata disputa politico-numerica completamente avulsa dal contesto politico sollevato da D’Alema. Il PD in Toscana dal 2010 al 2015 ha perso esattamente 26.345 voti ai quali va aggiunta una cospicua parte di quelli inespressi dai 385.803 elettori rimasti a casa tra il 2010 e il 2015, di sicura provenienza PD, come affermato dai più seri commentatori politici.
Non c’è dunque di che stare allegri, magari ritenendo esaurita la propria funzione polemizzando sulla veridicità dei numeri di D’Alema o sul carattere di questo o quello. Vorrei dire a Parrini, al di là dei numeri, che il punto sollevato da D’Alema è tutto politico e riguarda il destino del PD. D’Alema dice il PD si trova a un bivio. O ricostruisce il centrosinistra, oppure crea un listone con il ceto politico uscito dal berlusconismo. A questo si deve una risposta: non serve a niente alimentare speciose polemiche prive di respiro politico, magari al solo scopo di acquisire maggiore visibilità cercando di mirare al bersaglio grosso.
Che questo sia il nocciolo della questione anche da noi in Toscana, se ce n’era bisogno, ne abbiamo avuta la riprova in occasione delle recenti elezioni regionali. Vorrei ricordare la perdita del Comune di Livorno prima, ma anche le brucianti sconfitte di Arezzo e Viareggio e quanto accaduto a Sesto f.no. Molti elettori del PD, se non si chiarisce la direzione di marcia da seguire, o non andranno a votare o voteranno altre liste. Vincere con il 40% del 70-80% che è andato a votare va bene. Ma se il 40% è del 37-38% che va a votare, allora no, non va bene per niente perché vuol dire che le politiche e i programmi non vanno nella giusta direzione.
Io finora ho sempre votato PD anche se non ho rinnovato l’adesione al partito perché contrario alle sue politiche e alla mancanza di trasparenza ad esempio in tema di alleanze e come me tanti altri anche qui a Empoli. Ma se le cose non cambiano non escludo in futuro la possibilità di non andare a votare o votare altre liste.
Credo ci sia tanto da fare per recuperare uno scollamento generalizzato della politica rispetto alla realtà quotidiana. Intanto vorrei che il ceto politico locale tornasse ad occuparsi delle persone chiamandole a discutere nei circoli del PD oggi tristemente abbandonati. Non ci meravigliamo se alle prossime tornate elettorali rischiamo di perdere qualche altro comune in Toscana. Proviamo a interrogarci: com’è possibile rinnovare il consenso al Partito se questi non è più visibile? Il progetto non può essere sostituito dalla comunicazione, non funziona così. Credo non valga nemmeno per gli USA, figuriamoci per l’Italia. La comunicazione aiuta ma se non hai un progetto politico bello chiaro e definito la gente è titubante e non ti vota.
Un consiglio: Parrini lascia stare D’Alema, ti assicuro che il problema non è lui. Non ti ci fissare. Sei il segretario regionale, concentrati sulla politica e sulla vita del PD che in Toscana si va spegnendo".
Piero Bartalucci, ex consigliere comunale PD Empoli