Un abbraccio affettuoso e un sorriso sincero, ma anche un sostegno concreto alla causa del popolo Saharawi, il popolo del Sahara occidentale che da decenni si batte per la propria libertà e la propria autodeterminazione. Questa mattina, dieci “piccoli ambasciatori di pace” sono stati ricevuti dal Sindaco, Alessio Falorni, nella sala rossa del Municipio, che ha voluto così ribadire il sostegno dell’Amministrazione Comunale di Castelfiorentino ai loro diritti, al loro desiderio di poter decidere liberamente il loro futuro. A questo riguardo, il Sindaco ha annunciato che – dopo la pausa estiva – avvierà anche il percorso per il conferimento della cittadinanza onoraria. All’iniziativa di stamani era presente anche il Vicesindaco, Claudia Centi.
L’accoglienza dei bambini Saharawi – che è organizzata dall’associazione Hurria (per l’associazione era presente anche il responsabile, Andrea Mezzetti) – viene ripetuta ogni estate da più di quindici anni, ma il sostegno alla loro causa risale addirittura al 1991.
Quest’anno i bambini – insieme ad un accompagnatore adulto (che, tra l’altro, era uno dei bambini saharawi venuti in Italia nel 1991) – sono arrivati a Castelfiorentino il 13 agosto (dopo aver soggiornato a Certaldo, Empoli e Fucecchio) e vengono tuttora ospitati in alcune stanze allestite appositamente all’interno della scuola elementare di viale Roosevelt, dove hanno a disposizione tutto quanto è necessario per il loro soggiorno: spazi di gioco, palestra, cucina/refettorio, bagni, ecc… Durante la loro permanenza, i bambini vengono sottoposti ad alcune visite sanitarie (e a terapie se necessario) e svolgono una serie di attività finalizzate a trascorrere con serenità il tempo a disposizione, cogliendo tutte le opportunità che possono agevolare lo scambio di esperienze e la conoscenza del nostro paese.
Fra le attività di questi ultimi giorni, oltre alle gite fuoriporta (tra cui quella a Firenze), spicca in modo particolare l’incontro avuto tra i bambini saharawi e alcuni giovani del Centro di accoglienza di Meleto, organizzato da Andrea Mezzetti che da decenni (prima come promotore del Comitato di Solidarietà al popolo Saharawi, poi come responsabile dell’associazione Hurria) segue con passione questa causa. La partenza dei bambini saharawi è prevista lunedì prossimo, mentre la festa di saluto si svolgerà venerdì sera (21 agosto, ore 21.00) nell’area all’aperto della scuola elementare Roosevelt.
“Siamo felici di ospitare anche quest’anno i bambini saharawi – sottolinea il Sindaco, Alessio Falorni – nel solco di una tradizione solidale che in questo caso è oltremodo alimentata dall’idea di un popolo che si considera prima di tutto una nazione, e vuole pertanto riconosciuta la propria libertà e la propria autonomia. L’accoglienza di questi bambini – prosegue Falorni – assume inoltre un alto valore simbolico, perché rappresenta uno dei modi possibili con cui i paesi europei possono affrontare in modo costruttivo la grande questione dell’emigrazione, riducendo i flussi verso l’Occidente: ovvero, partecipare attivamente alla soluzione dei loro problemi, affinché essi possano costruire nella loro terra d’origine le basi per un futuro migliore”.
“Nelle prossime settimane – ha concluso il Sindaco – avvieremo anche il percorso per il conferimento della cittadinanza onoraria ai bambini saharawi. Il sogno di un riconoscimento tangibile a livello internazionale può sicuramente trarre beneficio anche da atti come questo”.
“Quest'anno l'arrivo dei Piccoli Ambasciatori di Pace Saharawi – sottolinea Andrea Mezzetti, responsabile associazione Hurria - avviene in un momento "particolare": l'arrivo di un gruppo di migranti dall'Africa. La contemporaneita' degli eventi sottolinea cose che da sempre andiamo dicendo: i problemi dei popoli oppressi vanno affrontati e risolti. I bambini Saharawi sono ambasciatori delle proprie famiglie profughe nei campi di rifugiati in Algeria. Profughi di un conflitto per fortuna attualmente non armato contro il Marocco. L'accoglienza di questi bambini dovrebbe andare oltre la solidarieta' umana e comprendere che il permanere di un dialogo e' gia' una condizione importante e che vorremmo che fosse compiuto dalla comunita' internazionale il passo seguente di risoluzione. La presenza dei migranti anche nella nostra comunita' testimonia come i popoli oppressi cercano legittimamente di migliorare il proprio stato di vita attraversando l'intera Africa per venire a cercare qui da noi una vita piu' degna di esser vissuta. Non potevamo non vedere che queste sono due facce della stessa medaglia e che il metallo di questa medaglia e' proprio l'oppressione dei popoli. Esser cittadini del mondo significa vedere, capire ed interrogarsi sul fatto che i problemi dei popoli apparentemente lontani si riflettono fino a noi. L'accoglienza dei bambini Saharawi, allora, mostra che risolvere i problemi dei popoli risolve i loro ed in parte i nostri. Non solo per questo dobbiamo occuparcene, non solo per non dover gestire qui quel che dovrebbe esser gestito altrove, ma perche' l'oppressione di un popolo equivale ad un male che affligge l'umanita' e come tale tutti gli umani devono affrontare.“
