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Vertenza TNT, raggiunto l'accordo al Ministero. Si va verso la ricollocazione

(foto gonews.it)

Ieri si è svolto l’incontro convocato dal Ministero del Lavoro per la procedura di mobilità aperta dall’Azienda TNT GE il 23 giugno 2015 a seguito del mancato accordo in sede di associazione datoriale.

La vertenza, dopo le mobilitazioni delle scorse settimane (tra cui quella dei lavoratori dei punti di Calenzano, Pisa e Empoli: forte nella vertenza il contributo dalla Toscana, che conta circa 500 lavoratori per TNT tra diretti e indiretti), si è conclusa con l’accordo ministeriale che prevede: - la concessione della Cassa integrazione in deroga che inizierà il 1° Settembre p.v., per 4 mesi, fino al 31 dicembre 2015 e interesserà nel complesso per via della rotazione 639 lavoratori, gli esuberi dichiarati inizialmente dall’Azienda di 239 unità sono ridotti a 223. - la mobilità con l’unico ed esclusivo criterio della non opposizione, ovvero volontaria ed incentivata, anche per i lavoratori fuori dal perimetro; - la ricollocazione dei lavoratori e l’outplacement per coloro che volontariamente usciranno.

Inoltre si è siglato un accordo a latere fra le OO.SS. e l’Azienda TNT per la gestione di questa fase che prevede: a) La disponibilità di posti per la ricollocazione pari a 50 unità lavorative di cui 41 part-time, oltre ad altre attività che saranno individuate con il confronto territoriale/filiale con le OO.SS. ed RSA; b) le indennità per chi si trasferisce volontariamente e/o trasforma il rapporto di lavoro da Full-Time a Part-Time; c) Gli incentivi economici per esodo volontario.

Le Segreterie Nazionali e Regionali di categoria (Cgil, Cisl, Uil) e la delegazione sindacale ritengono “che l’accordo salvaguardi il lavoro e i lavoratori, infatti nessun licenziamento verrà effettuato e, fra l’altro, in una fase molto delicata dell’Azienda, dovuta al processo di acquisizione da parte di Fedex. Si è affermato con la conclusione positiva della vertenza il ruolo centrale della contrattazione sindacale che ha contrastato un approccio aziendale poco consono alle normali relazioni industriali”.

Fonte: Ufficio Stampa Cgil Toscana

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