Giovanni Capecchi, sindaco di Montopoli in Valdarno, presenta la relazione sul bilancio di previsione 2015 effettuata in occasione del consiglio comunale del 3 agosto scorso.
Stasera [lunedì 3 agosto, ndr] affronteremo la discussione sul bilancio di previsione 2015 in un clima di diffusa difficoltà per i Comuni, mortificati ormai da tempo dalla pressione insostenibile del Patto di stabilità che ha messo sullo stesso piano comuni virtuosi e meno virtuosi per risanare una situazione economica disastrosa che non è dipesa dai comuni, bensì da altri livelli dell’amministrazione pubblica.
Il nostro è un Comune sano, con un indebitamento ormai vicino allo zero, rispetto al 130% dello Stato, con una dotazione di cassa ragguardevole e con tanti progetti che vorremmo realizzare ma non possono essere realizzati.
Abbiamo salutato con favore una parziale e minima applicazione dei costi standard nella valutazione dei bilanci comunali, che speriamo porti presto all’uscita dall’assurda prassi dei trasferimenti dello Stato in base alla spesa storica che ha premiato sinora i “Comuni meno attenti” e penalizzato i “Comuni che hanno sempre fatto il loro dovere con cura scrupolosa”.
Occorre dire però che se non interverranno criteri aggiuntivi di valutazione dei bilanci risolveremo da un lato alcune sperequazioni, e ne introdurremo altre, altrettanto dannose per i cittadini. Mi riferisco all’attuale classificazione dei Comuni virtuosi che vengono considerati tali solo in base alla ridotta spesa rispetto ad altri. Ebbene, siamo arrivati all’assurdo che meno servizi si danno, meno personale si ha e più virtuosi si diventa. Poco importa se poi i cittadini avranno lunghe tempistiche nell’espletamento delle loro pratiche, se l’Amministrazione non potrà avere un controllo oculato sull’attività, se i cittadini dovranno pagare di tasca propria, laddove non arriva il loro Comune, o dovranno sopportare una minore cura nel verde pubblico e nell’ordine e pulizia del territorio. Sono servizi che costano, ma che evidentemente non fanno diventare virtuosi. Noi abbiamo scelto di essere tra i virtuosi che non cancellano servizi, preferiamo sostenere le nostre famiglie che portano i loro figli agli asili nido ed alla scuola per l’infanzia che usufruiscono del trasposto scolastico e della mensa con la compartecipazione del comune fino ad oltre il 50% per chi ne ha diritto.
Preferiamo sostenere le scuole anche nell’attività didattica, preferiamo sostenere la spesa sociale ad un livello accettabile specialmente in un momento così difficile, preferiamo avere sul territorio eventi culturali o promotori del territorio stesso e delle sue peculiarità.
Il 1° gennaio 2015 è entrata in vigore la riforma sull’armonizzazione contabile degli enti territoriali, si completa così, il grande processo di riforma degli ordinamenti contabili pubblici che renderà i bilanci degli enti locali omogenei e confrontabili tra loro, e che obbligherà gli enti locali a procedere alla modifica delle proprie scritture contabili e, soprattutto, a un cambio di mentalità contabile. Gli effetti di tale riforma si dovrebbero tradurre in:
-una maggior conoscenza dei debiti effettivi degli enti territoriali;
-una maggior pulizia nei bilanci mediante la consistente riduzione dei residui;
-introduzione del bilancio consolidato, con le proprie articolazioni organizzative, i propri enti strumentali e le proprie società controllate e partecipate;
-adozione della contabilità economico-patrimoniale, anticipando l’orientamento comunitario in materia di sistemi contabili pubblici.
L’avvio a regime costituisce una tappa fondamentale nel percorso di risanamento della finanza pubblica e favorirà il coordinamento delle Amministrazioni Pubbliche, il consolidamento dei loro conti anche ai fini del rispetto delle regole comunitarie, delle attività connesse alla revisione della spesa pubblica e alla determinazione dei fabbisogni e costi standard. Tutto ciò però ha un costo, il fondo crediti di dubbia esigibilità, che tale riforma prevede , di fatto sottrae risorse al bilancio. Anche quest’anno il Governo ha tagliato fondi ai Comuni che per molti si tradurrà in un’ ulteriore inasprimento della pressione fiscale, per il comune di Montopoli in Val d’Arno ha significato, dopo l’ emanazione del decreto enti locali, un taglio di euro 232.000.
COSA È STATO FATTO
Oltre alla costante azione di contenimento dei costi, è stata programmata un’azione di riduzione di spesa. Tutto ciò senza penalizzare i servizi, con l’ intento di perseguire i seguenti obiettivi: Tutela delle fasce economicamente più deboli Mantenimento dei servizi educativi e socio assistenziali ritenuti fondamentali Risposta alla richiesta di nuovi servizi: nuovo sistema raccolta rifiuti, apertura del centro giovani, ampliamento orari museo civico Non aumento della pressione fiscale , infatti le tariffe dei servizi a domanda individuale e le aliquote della Cosap, della Tasi, dell’ Imu e dell’ addizionale irpef sono rimasti invariati cioè uguali al 2014. Lotta all’evasione: Recupero ICI anni precedenti, recupero IMU e TASI, recupero Tares e Tari (anno 2014 euro 90.000) anno 2015 euro 135.000 Raggiungimento degli equilibri di bilancio senza utilizzare la leva fiscale ABBIAMO RAGGIUNTO IL PAREGGIO DI BILANCIO: Trasferendo oneri a parte corrente Abbiamo operato tagli alla spesa pari allo 0,76% della spesa totale Abbiamo concordato, insieme agli altri tre comuni del comprensorio, con la Società Della Salute una riduzione dei trasferimenti senza peraltro compromettere l’ erogazione dei servizi sul territorio.
Questi sono alcuni elementi che ho voluto sottolineare che dimostrano il grande impegno profuso dall’Amministrazione in un momento della nostra storia veramente difficile , tale impegno non si ferma solo all’ aspetto economico finanziario ed ai servizi che il comune eroga ai suoi cittadini, ma riguarda anche il settore delle opere pubbliche. Volutamente non menziono l’ elenco delle opere che comunque è riportato nel piano allegato al bilancio, vorrei invece porre l’ attenzione al patto di stabilità che ormai da diversi anni ne determina la fattibilità. Nel 2015 il Governo ha rivisto tutto il calcolo del patto con il risultato di una notevole riduzione dell’Obiettivo di risparmio che i comuni devono raggiungere prima di iniziare a pagare le opere pubbliche realizzate, questo sarebbe un effetto molto positivo che a parità di entrate in conto capitale potrebbe permetterci una spesa molto maggiore. Purtroppo nel 2015, a causa della crisi economica che sui territori non accenna a migliorare, le entrate in conto capitale sono in netto calo tutto ciò vanifica completamente l’ effetto positivo della riduzione dell’ obiettivo e la nostra capacità di spesa torna ad essere molto ridotta. Quindi la nostra azione dovrà essere rivolta ad acquisire in ogni modo entrate in conto capitale:
-cercando di acquisire oneri ad esempio incentivando le ristrutturazioni;
-cercando di incassare quanto prima i contributi che ci sono stati concessi su opere finite od in corso di Completamento;
-dando impulso alle alienazioni;
-cercando finanziamenti che non siamo soggetti a patto di stabilità.
Fonte: Comune di Montopoli in Valdarno
