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Emergenza ungulati: al via mobilitazione anche in provincia. Raggiunti 5 capi ogni agricoltori

Emergenza ungulati senza fine. Per ogni agricoltore ci sono 5 capi di ungulati, un carico quasi raddoppiato in cinque anni, con danni produttivi ormai incalcolabili, se si pensa che gli ATC hanno accertato danni per milioni in cinque anni, a cui vanno aggiunti danni economici ed imprenditoriali assai superiori.

Anche la Cia di Pisa, aderisce allo stato di agitazione della categoria indetto dalla direzione nazionale della Cia, ribadendo il proprio impegno per sollecitare  risposte adeguate e tempestive da parte delle Istituzioni nazionali e regionali.

Da oggi, 4 agosto, in tutta la Toscana partirà una mobilitazione della Cia per portare all’attenzione delle istituzione e dell’opinione pubblica, ancor più di adesso, l’emergenza ungulati, che da anni, troppi anni sta affliggendo gli agricoltori toscani.

“Sono anni che sollecitiamo risposte efficaci” ha detto Francesca Cupelli, Presidente della Cia di Pisa, “siamo stanchi di dover dedicare tempo ed iniziative politiche a problematiche che, se ci fosse davvero la volontà di tutti, potrebbero essere affrontate e riportare ad un livello sostenibile per le nostre imprese”. “Il perdurare di queste situazioni emergenziali” ha aggiunto il Direttore della Cia Stefano Berti “ci costringe a trascurare quelle che dovrebbero essere le nostre funzioni primarie e più di prospettiva per politiche agricole che guardino ai mercati, vecchi e nuovi, ed a futuro di un’agricoltura economicamente sostenibile”.

Cupelli ha inoltre affermato che la politica e le Istituzioni devono capire che la gestione della fauna selvatica non può continuare ad essere di fatto delegata al mondo venatorio. Se, come recita le legislazione in materia, “la fauna è patrimonio indisponibile dello Stato”, deve essere lo Stato stesso e le sue emanazioni territoriali a farsene carico con attività di prevenzione efficaci e con risarcimento totale dei danni. “Se non avremo risposte adeguate” ha concluso Cupelli “il mondo agricolo sarà sempre più propenso al superamento dell’attuale legge nazionale che regola le attività venatorie. Sarà inevitabile arrivare a leggi, già presenti in quasi tutta Europa, dove la fauna selvatica potrebbe diventare una fonte di reddito aggiuntiva per gli agricoltori, limitando, se non eliminando, la caccia libera sui terreni agricoli”.

 

Fonte: Ufficio Stampa

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