
“Non crediamo nel concetto di “teatro sociale” o “teatro terapeutico” più in genere non crediamo molto negli aggettivi che vengono collegati al termine teatro.
Il teatro è una pratica artigianale per la produzione di spettacoli; ed ogniqualvolta viene posto un obiettivo primario differente da questo esso viene snaturato e snaturata è anche la sua reale efficacia all'interno della vita di chi lo pratica. - dice Francesco Chiantese, direttore artistico del progetto Officine d'Elsa e formatore in questo ciclo di incontri - il teatro, infatti, nella sua pratica ordinaria costringe l'artigiano attore o l'apprendista a dialogare con se stesso, acquisire consapevolezza del suo passato, costruire un immaginario sul proprio futuro, ma ponendo tutta la propria attenzione al presente, all'hic et nunc che è la sua caratteristica fondante; allo s tesso tempo educa alla costruizione di relazioni efficaci basate sul dono di se, in quanto il teatro è artigianato delle relazioni.
Se noi però ponessimo attenzione a questi obiettivi secondari, a queste conseguenze della pratica teatrale, allora il teatro diverrebbe altro, una forma di terapia, che non ha più nulla della sua vera natura e quindi non da più nulla della sua reale efficacia.
Il nostro obbiettivo, come gruppo di lavoro, è accompagnare il teatro ad incontrare la cittadinanza; il motivo per cui nasce questo progetto è quello di poter dialogare con quella parte di cittadinanza che è all'interno della struttura carceraria. Non dialogare con loro è per noi negarci una parte di comunità ed abbiamo bisogno del dialogo con tutti i cittadini per far crescere e maturare il nostro teatro.”
L'idea centrale del progetto è mettere in dialogo le due cittadinanze, quella che vive all'interno della casa di reclusione di San Gimignano (che si trova in località Ranza) e quella che vive nella Val d'Elsa senese, e soprattutto lavorare assieme attorno al concetto di “confine”.
Entrambe i gruppi si troveranno a confrontarsi con un confine reale, quello che divide le due comunità, e ad affrontare e risolvere in pochi incontri il problema centrale: essere stranieri gli uni agli altri.
Gli incontri sono aperti ad otto detenuti di media sicurezza e a cinque allievi attori e saranno finalizzati alla realizzazione di una breve performance “studio” sul tema proposto.
Per poter partecipare occorre inviare una mail a formazione@officinedelsa.eu
- Francesco Chiantese (foto di Guido Mencari)
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