Per il Fai non è ancora un luogo del cuore, come desidererebbero il sindaco Massimiliano Pescini e l’assessore alla Cultura Chiara Molducci, ma lo è sicuramente per gli abitanti, per la comunità che hanno vissuto la Pieve di Santa Cristina in Salivolpe, gioiello architettonico di epoca medievale sul crinale che dalla Romita porta a San Pancrazio, in maniera diretta, intensa con un profondo attaccamento al territorio e a quel punto di incontro e aggregazione sociale che la chiesa ha saputo offrire negli anni. Affettività vuol dire anche senso di protezione e tutela. E’ per questo che appaiono chiare le motivazioni che hanno dato luogo all’iniziativa, nata da un gruppo di cittadini, una trentina di famiglie residenti nel borgo di Santa Cristina riuniti nel Comitato Salviamo Santa Cristina.
I cittadini chiedono in modo garbato e costruttivo di intervenire a sostegno dell’edificio, anche coinvolgendo l’amministrazione comunale per accendere i riflettori sulla necessità di recuperare il complesso religioso che oggi versa in condizioni precarie a causa del passare degli anni. “Questo luogo – commenta l’assessore Chiara Molducci – merita attenzione e ci auguriamo che al più presto i soggetti competenti possano intervenire per recuperarlo e valorizzarlo, la chiesa acquista più significato proprio per il rapporto così intenso che la lega alla sua comunità”. Domenica 26, nell’ambito delle iniziative per la Liberazione di San Casciano, si terranno a partire dalle ore 10 la celebrazione della Santa Messa presso il borgo e la presentazione alle ore 21,30 di un documentario sull’identità storica del luogo, realizzato da Silvano Callaioli e Rosanna Tacci del Comitato Progetto Irene, in collaborazione con il Comitato Salviamo Santa Cristina.
Fonte: Ufficio Stampa Associato del Chianti Fiorentino
