Un altro pezzetto della storia di Empoli sta per sparire. Le suore 'Giuseppine' lasciano infatti lo storico edificio posto all'angolo fra via Cavour e via Gaetano Fabiani. Bisognerebbe forse dare un'occhiata al sito della storia d'Empoli per vedere se si trova con precisione da quanti anni le religiose dell'ordine di San Giuseppe dell'Apparizione sono presenti in quel luogo, ma di sicuro si tratta di decenni. Una vera e propria istituzione per molti empolesi per i quali quella è semplicemente la scuola delle Giuseppine, un luogo dove tanti sono stati sui banchi ed ancora oggi ci vanno visto che, oltre alla Chiesa, ospita anche aule di un asilo e di un istituto superiore.
Le sei suore dell'ordine di San Giuseppe dell'Apparizione e con loro la Superiora Suor Adeloisa lasceranno la struttura per essere destinate ad altre sedi dell'istituto di cui fanno parte e che è ramificato in tutto il mondo. Fondata da Emilia de Vialar che nel 1816 decise di abbandonare la vita mondana e dedicarsi all'aiuto ai poveri, la congregazione contava qualche anno fa 940 religiose dislocate in circa 150 luoghi. Fra questi, appunto, l'edificio empolese che, oltre ad essere storico per la città, è anche imponente e di molto pregio vista la grandezza e la posizione centralissima. Se la scuola è da sempre l'attività peculiare, da non trascurare neppure quella liturgica e religiosa. Il luogo, infatti, è un punto di riferimento importante per i fedeli empolesi e non visto che la chiesetta alla quale si accede dall'angolo della struttura è molto frequentata e ricca di molteplici attività:la Messa quotidiana celebrata la mattina alle 7 da Padre Sesto ed alla quale assistono molte persone apre la giornata, poi ci sono gruppi di preghiera oltre alla comunità filippina ed agli ortodossi che ne hanno fatto il loro punto di riferimento. Una questione, questa di mantenerne l'attività, che finirà sicuramente sul tavolo del Proposto Don Guido.
Ma la notizia ora è la partenza delle religiose che apre un vuoto nella struttura, sono infatti le padrone di casa che se ne vanno e senza le quali, ovviamente, quel posto avrà un significato diverso pur proseguendo nelle sue attività. Un saluto e un ringraziamento alle suore per quanto fatto in tutti questi anni nella nostra città è sentito e doveroso.
Marco Mainardi