gonews.it

Premio Pozzale, una recensione al giorno. Ecco il libro 'Un’idea di libertà. San Vittore '79-Rebibbia '82’ di Alberto Magnaghi

Prosegue la pubblicazione delle recensioni delle 27 opere selezionate dalla giuria del Premio Letterario Pozzale Luigi Russo che giunge quest’anno alla 63a edizione.

In attesa della consegna, che avverrà la sera di giovedì 16 luglio, a partire dalle 21.30, nel Chiostro degli Agostiniani, il Comitato organizzatore ha deciso di far conoscere i libri che sono stati valutati. Le recensioni vengono pubblicate, una al giorno, sul sito web premiopozzale.it e sulla pagina facebook collegata.

Uno scritto redatto direttamente dai componenti del comitato, appassionati di lettura ed esperti che vogliono far conoscere le opere partecipanti al premio.

Una recensione al giorno è il modo per accompagnare i cittadini e chi ama la lettura verso la cerimonia di premiazione del riconoscimento, nato a Pozzale nel 1948.

TITOLO: Un'idea di libertà. San Vittore '79-Rebibbia '82

AUTORE: Alberto Magnaghi

CASA EDITRICE: DeriveApprodi, 2014

Attraverso le pagine del suo diario da carcerato, Alberto Magnaghi, docente di Urbanistica, ripercorre le tappe dei suoi tre anni di prigionia preventiva. Magnaghi, uno dei fondatori di Potere Operaio, venne arrestato nel 1979 nell’ambito dell’inchiesta giudiziaria ‘7 aprile’, contro l’autonomia operaia.

Nel libro l’autore-recluso ripercorre gli spostamenti subiti, rappresentati sia dai vari trasferimenti in prigioni diverse, sia emotivi. Magnaghi ci porta dentro la vita carceraria, dentro le sensazioni provate in quegli anni di reclusione: dall’isolamento, alla vita di comunità con gli altri detenuti, ai tentativi di dialogo con le guardie carcerarie, fino ai suoi pensieri sullo spazio e sul tempo.

Magnaghi si sofferma molto sulla ‘barriera’ rappresentata dalla minuscola cella in cui si ritrova a vivere. In un passaggio del testo, però, l’autore si limita a dissolvere la barriera e non a distruggerla perché come dichiara in un’intervista: “la distruzione della barriera allude alla sostituzione di altre barriere, la dissoluzione è un processo molto più complesso, di allontanamento”. Oltre allo spazio anche il tempo in carcere è scandito da “stimoli sonori”. La vita del carcerato è infatti scandita da questa “fabbrica di suoni” rappresentata da sirene, urla, voci, chiavi che girano nelle toppe.

Il diario riporta oltre alle riflessioni scritte, anche schizzi e disegni realizzati dall’autore-prigioniero.

L’attenzione ai particolari vissuti, ai dettagli delle sensazioni provate ci fa capire il tentativo dell’autore di rimanere vivo, nonostante l’annichilimento che la vita carceraria provoca. Magnaghi ci comunica infatti una serie di vere e proprie ‘strategie di resistenza’ che, da carcerato, mette in pratica per evitare l’annientamento psicofisico.

Exit mobile version