Da molti anni, gli Amici della Terra conducono una battaglia culturale e politica per affermare una visione ambientalista nella gestione dei rifiuti che superi miti e tabù che condizionano l’opinione pubblica e le decisioni di amministratori e politici. I rifiuti ci sono e bisogna occuparsene: non si mandano all’estero, non si esauriscono con la raccolta differenziata e la loro gestione passa, in parte, anche attraverso l’incenerimento e le discariche.
Gli Amici della Terra denunciano i pregiudizi su cui si fonda gran parte dell’ambientalismo ideologico: millantare gestioni a “rifiuti zero” o demonizzare il recupero energetico (salvo consentire lo smaltimento all’estero) non è una soluzione del problema, è come mettere la polvere sotto il tappeto. La confusione ed il terrorismo mediatico divengono un alibi per la cattiva amministrazione: i roghi di Napoli sono l'emblema dell’immobilismo che diventa emergenza e problema politico nazionale.
Gli Amici della Terra agiscono denunciando la demagogia, la disinformazione e le pratiche scorrette, contrapponendo dati reali a miti e tabù, offrendo spunti concreti per una politica di gestione dei rifiuti capace di recuperare i gravi ritardi accumulati, in particolare nel Mezzogiorno d’Italia. Da vent'anni il confronto presenta risultati inequivocabili: gli unici paesi che riescono a ridurre al minimo il conferimento dei rifiuti in discarica e ad ottenere buoni risultati di recupero di materia sono quelli che hanno messo in sicurezza il sistema di smaltimento, attraverso una rete adeguata di inceneritori con recupero di energia.
La stessa cosa si rileva dal confronto fra regioni italiane: negli ultimi vent’anni il Nord si è messo perfettamente in linea con gli orientamenti adottati dall’Unione europea e in qualche caso si trova addirittura in una posizione di avanguardia. Il Sud, che è arrivato a comprendere anche Roma, si affida ancora alle discariche e all’esportazione dei rifiuti.
Per superare questa situazione, che vede l’Italia divisa in due, il governo ha introdotto nel decreto “Sblocca Italia” un articolo (art. 35), finalizzato a dotare finalmente il Mezzogiorno degli impianti di recupero e di termovalorizzazione necessari all’autosufficienza e di ottimizzare in tutta Italia l’uso di quelli già esistenti.
Gli Amici della Terra apprezzano quest’approccio, ritenendo, però, che occorra salvaguardare i principi di prossimità e autosufficienza per la gestione e lo smaltimento dei rifiuti urbani, introducendo precisi vincoli per gli impianti sull’accettazione dei rifiuti “extraterritoriali”, da quelli economici a quelli regolamentari, a vantaggio delle comunità locali. Sarebbe infine paradossale che un percorso di vent'anni che deve portare anche l'area fiorentina a dotarsi di adeguati impianti di smaltimento si interrompesse o venisse ulteriormente dilazionato a causa di pregiudizi superati in tutta Europa.
Il ciclo dei rifiuti nell'area fiorentina e in Toscana prevede che correttamente si riducano i rifiuti, che quasi si raddoppi la percentuale di raccolta differenziata, è come se ciò non fosse sufficiente la discarica !1 ! di case Passerini va ad esaurimento già oggi esportiamo in altre province circa la metà dei rifiuti che produciamo. Occorre chiudere il cerchio anche a Firenze con una sollecita realizzazione del previsto termovalorizzatore di Case Passerini.
Tommaso Franci direzione nazionale Amici della Terra Italia
Sergio Gatteschi Presidente regionale Amici della Terra Toscana
Michele Salvadori Presidente Amici della Terra Firenze