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Donazione di sangue, Fit Cisl: "Alla Ctt Nord non viene riconosciuto trattamento accessorio ma malattia comune"

Siamo con la presente ad evidenziare che, a seguito di diverse segnalazioni pervenute sia da parte dei lavoratori ma anche da alcune associazioni no-profit che operano nel sociale, si è creata una situazione protrattasi nel tempo di disagio e malcontento nell'ambiente di lavoro nella società CTT Nord di Pisa legata alla donazione del sangue da parte dei dipendenti. Donare sangue è senz'altro un gesto nobile, di attenzione verso il prossimo, di attaccamento alle istituzioni e al Paese in quanto può contribuire a salvare delle vite. Inoltre vi è l'opportunità, per chi dona il sangue, di essere sottoposto costantemente ad un controllo propedeutico anche a prevenire eventuali patologie, e che comunque aiuta a rimanere sani ed efficienti nelle normali funzioni di lavoro. Se nessuno donasse il sangue, si creerebbero numerosi problemi al sistema sanitario complessivo.

La materia, in Italia, per i lavoratori dipendenti, è regolarizzata con la legge 21 ottobre 2005, n°219, che consente di potersi assentare dal lavoro e riconosce il "diritto ad astenersi dal lavoro per l'intera giornata in cui si effettua la donazione, conservando la normale retribuzione per l'intera giornata lavorativa". Nel 2013 con l'entrata in vigore della legge Fornero sulla previdenza, vi erano state delle prime imprecisioni che avevano creato incertezza sui trattamenti da riconoscere ai donatori di sangue che poi però sono state definitivamente chiarite con la legge del 31 ottobre 2013 n° 125 in maniera positiva per gli interessati. Quanto sopra, per segnalare che il trattamento che la Dirigenza della CTT Nord riserva al proprio personale è senz'altro coerente e rispettoso delle leggi vigenti e quindi sotto questo punto di vista niente da dire.

Quello invece sul quale vogliamo richiamare l'attenzione, sta nel fatto che al dipendente donatore, non viene riconosciuto il trattamento accessorio, la stessa giornata viene conteggiata come malattia comune andando a sommarsi al numero previsto di assenze annuali, l'assenza viene conteggiata per diminuire l’indennità giornaliera, etc... Insomma l'azienda vuole disincentivarne l'uso non riconoscendo alcuni trattamenti economici accessori. Questo tipo di assenza è considerata potenzialmente come assenteismo e quindi va combattuta e abbattuta, probabilmente per aumentare la produttività e anche per risanare i bilanci aziendali. Questo tipo di assenza viene considerata assenteismo e quindi come tale viene disincentivata. Chiediamo con forza alla Dirigenza della CTT Nord che receda immediatamente da questo atteggiamento restituendo dignità a qui lavoratori che donando alla collettività una parte di sé stessi contribuiscono gratuitamente a preservare il bene più prezioso ed inestimabile per una società civile: la salute.

Fit-Cisl Pisa

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