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Un ulivo alle porte del 'San Giuseppe' per ricordare Marta Corti, l'infermiera vittima della meningite

La benedizione di don Guido Engels (foto gonews.it)

Un ulivo per ricordare Marta Corti, l'infermiera 34enne di Vitolini (Vinci) vittima della meningite causata dal meningococco di tipo C. La pianta è stata inaugurata oggi, lunedì 22 giugno, nel giardino dell'ospedale 'San Giuseppe' di Empoli, dove Marta Corti ha lavorato, nel reparto di endoscopia.

Sono passati quasi 3 mesi dal quel tragico 29 marzo, giorno della scomparsa dell'infermiera, terza vittima della meningite nell'Empolese Valdelsa in pochi mesi. Per tenere vivo il ricordo di Marta i colleghi dell'ospedale, in accordo con il vedovo Salvatore Verde, 38enne dipendente della Bitossi di Sovigliana, e i parenti, hanno deciso di piantare l'ulivo all'ingresso dell'ospedale.

Il giorno scelto non è casuale. Ieri si celebrava il solstizio d'estate, il giorno con più ore di luce dell'anno. Per far risplendere ancora di più questo giorno, un ulivo dedicato a Marta Corti e a tutti gli operatori scomparsi. n

Le motivazioni nel breve discorso del dottor Ottaviano Tarantino, responsabile dell'unità operativa semplice di gastroenterologia ed endoscopia del 'San Giuseppe'. "È una pianta semplice e bella come Marta. L'ulivo è una pianta longeva, così come sarà il tuo ricordo dentro e fuori di noi. Segno di forza, vita, pace, durezza e semplicità. Il nostro pensiero va a quelle persone speciali che hanno arricchito i nostri ospedali.

Ci sono sogni che ti riportano indietro nel tempo, sogni che ti portano bei ricordi, e quelli che ti riportano chi non c'è più. Sogni con la voce, con la luce dello sguardo, con le parole. Le parole che avevi tu".

In seguito un'amica ha voluto leggere una poesia, tradotta in italiano, di una persona cara a Marta che vive in America: "Il mio tempo sembra breve, ma non potevo rimanere. Se la mia partenzaha lasciato un vuoto lo riempirete con un ricordo gioioso. Non fate troppo lungo il vostro dolore. Alzate il vostro cuore, nel paradiso sono desiderata, adesso sono liberata".

Prima di scoprire la targa di fronte all'ulivo, la benedizione di don Guido Engels, proposto di Empoli. "Dobbiamo custodire il ricordo e le cose belle. Su questo si costruisce bene", ha commentato il parroco.

Alla fine le due figlie di Marta Corti hanno scoperto la targa, che reca semplicemente le parole 'A Marta, aprile 2015'.Una cerimonia breve, carica di emozioni, celebrata in un composto silenzio. Solo qualche lacrima a spezzare le parole degli intervenuti. A conclusione molti abbracci alla famiglia, un modo semplice e concreto per far sentire il proprio cordoglio.

 

 

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