
Questa settimana per i Toscani in Giro di gonews.it si presenta un altro cervello in fuga: Krizia Nardini. Una laurea in Filosofia in Italia non ha molte possibilità di essere spesa, ma altrove evidentemente sì. Ce lo spiega la diretta interessata nella seguente intervista.
Nome e Cognome: Krizia Nardini
Anni: 28
Cresciuta a: Cerreto Guidi, Firenze
Studi: Laurea in Filosofia (Università di Siena), Laurea in Filosofia e Politiche di Genere (Università di Utrecht, Olanda)
Residenza e professione: Dottorato di ricerca a Utrecht e Barcellona
Prima esperienza all'estero: Vacanza-studio in Irlanda, a 18 anni
Perché ha deciso di andare all'estero?
Durante il corso di laurea in Filosofia ho lavorato come tutor per studenti statunitensi per quattro mesi. Mi sono resa conto che se avessi voluto aprire i miei orizzonti, sia lavorativamente sia come persona, non solo sarebbe stato necessario imparare l’inglese molto bene, ma anche che un’esperienza formativa di lungo periodo all’estero sarebbe stata fondamentale.
L’occasione arriva con il mio desiderio di specializzarmi in Filosofia e Studi di Genere. Un campo di studi interdisciplinare non propriamente istituzionalizzato in Italia ma di fondamentale importanza per quanto riguarda: l’analisi dei conflitti sociali causati dalle discriminazioni; lo sviluppo di competenze in materia di politiche sociali e cambiamenti culturali volti a risolverli; e la difesa dei diritti umani. Quindi mi sono iscritta alla laurea magistrale direttamente in Olanda all’Università di Utrecht, dove questi studi sono riconosciuti a livello internazionale e dove gli studenti sono messi direttamente in contatto con il mondo del lavoro europeo.
Quali sono le principali differenze fra il mondo del lavoro italiano e quello estero?
Lavorando all’interno dell’Università, posso dire che generalmente al nord Europa l’impegno, il merito, e l’essere ambiziosi rimanendo però coi piedi per terra prima o poi vengono premiate.
Nel mio periodo post-laurea in Olanda, ho avuto l’opportunità di collaborare con l’Università come assistente all’insegnamento, come ricercatrice indipendente, e come tutor. Tutte esperienze impegnative che ti mettono in contatto con contesti lavorativi internazionali, con persone diverse e che ti permettono di crescere professionalmente.
Il mondo del lavoro è però eterogeneo, sia in Italia sia all’estero. Ovviamente dipende dall’area lavorativa e dal paese di riferimento. Anche se ultimamente la crisi si fa sentire ovunque, e le università tendono a diventare centri privatizzati del sapere.
La vita e il lavoro all'estero sono diversi dall'idea che ti eri fatta prima di partire?
Certo, e direi anche: menomale. Sarebbe infatti molto strano il contrario, perché un obiettivo dell’esperienza all’estero è anche quello di sfatare le idee precostituite che abbiamo di un certo paese, l’idea che esista “la loro cultura” e “una nostra cultura”, e quindi perfino le idee che abbiamo di noi stessi. Direi che vivendo all’estero impari ad apprezzare la diversità, a comprendere modi di vivere e scelte diverse, a guardare te stessa e il contesto da cui provieni in maniera critica, ma questo dipende molto dall’approccio personale all’esperienza che si vive.
Cosa ti manca dell'Italia?
Mi mancano le relazioni quotidiane con i familiari e gli amici, quelle sono insostituibili, anche considerando vie di comunicazione come Skype o Facebook eccetera. Mi manca il pane toscano e il prosciutto “tirato”. I pomodori fiorentini, poi, diventano un sogno. Ma ho imparato a bere il cappuccino a tutte le ore del giorno, a non temere il freddo (quasi), a cucinare indonesiano e a non essere triste se il gelato non sa di gelato. Mi mancano meno quelle caratteristiche dell’Italia che mi hanno spinta a partire, cercando altrove alternative e opportunità.
Torneresti a lavorare in Italia?
Si certo, se incontrassi una situazione lavorativa favorevole e adeguata, e se il mio lavoro venisse riconosciuto come tale.
Hai qualche aneddoto sulla permanenza all'estero?
Quando vivi per un lungo periodo all’estero devi affrontare una sorta di cultural shock. All’inizio tutto ti sembra bellissimo, poi senza accorgertene senti che molte cose del paese-destinazione ti provocano disagio o semplicemente ti irritano. Ecco, una volta superata questa soglia di shock culturale, pensi che tutto andrà bene. E così funziona, fino a che torni in Italia e scopri che non è finita, perché esiste anche un altro tipo di shock culturale, questa volta reverse! Cioè ti rendo conto che anche molte cose del tuo paese d’origine ti stanno strette. Praticamente devi aggiustarti in ogni contesto che frequenti.
Se vuoi aggiungere qualcosa di te, sulla tua storia, particolari curiosi
Vi racconto un po' del mio lavoro. Adesso sto portando avanti una ricerca di Dottorato per l’Università di Utrecht e la UOC di Barcellona sul tema dell’impegno maschile contro la violenza sulle donne.
Sappiamo che i numeri relativi ai femminicidi in Italia sono impressionanti. Rimane anche abbastanza evidente che, essendo questa violenza strettamente legata a modelli maschili dominanti nella società, per eradicare tali fenomeni il ruolo degli uomini è cruciale. Infatti già esistono in Italia e in Spagna, come nel resto d’Europa, associazioni di uomini che si muovono contro il sessismo, che operano localmente promuovendo modelli maschili più aperti alla parità. Fra questi, per esempio, si sostiene una paternità propensa alla cura dei figli, la collaborazione nel lavoro domestico, una sessualità maschile meno stretta in schemi imposti da modelli di potere che alla fin fine impoveriscono l’esperienza erotica maschile, l’apertura a parlare di omofobia fra uomini, la capacità di riconoscere l’autorità femminile in campi tradizionalmente maschili come la politica, il sapere accademico-scientifico e molti altri. Insomma, lottando contro la violenza sulle donne e contro una mentalità maschilista, gli uomini che si impegnano in questa direzione cercano anche di migliorare la propria vita relazionale rompendo con gli stereotipi che li ingabbiano in ruoli rigidi e precostuiti, aprendo a nuove opportunità di vivere il maschile. Questi piccoli processi di cambiamento hanno ripercussioni molto interessanti a livello sociale, culturale ed economico.Tutte le notizie di Cerreto Guidi