
In occasione del 750° anniversario della nascita di Dante Alighieri, Palazzo Vecchio rende omaggio al Sommo Poeta esponendo un suo ritratto quasi sconosciuto, perché scoperto da pochi anni e identificato, come la versione originale di un dipinto riferito dalle fonti storiche al pittore Agnolo Bronzino, sommo interprete del Manierismo fiorentino.
Il ritratto, proveniente da una collezione privata, è esposto fino al 1° luglio in Sala dei Gigli a Palazzo Vecchio, all’interno del Quartiere dei Priori, dove si trova anche la famosa maschera di Dante e dove una porta intarsiata con la sua figura e quella di Petrarca, su disegno di Sandro Botticelli (1480), ci ricorda che in antico, su queste pareti, un noto ciclo affrescato di ‘Uomini Illustri’, andato distrutto, lo celebrava insieme ad altri poeti fiorentini, sovrani ed eroi della Roma repubblicana, come exemplum di virtù civiche.
Presentato per la prima volta dallo studioso Philippe Costamagna nel 2002, finora è stato mostrato al pubblico in sole tre occasioni.
La tela del Bronzino ci offre un’altra chiave di lettura del poeta, erede della cultura umanistica dell’età di Lorenzo il Magnifico e vicina agli interessi della cerchia di letterati che di lì a poco avrebbe fondato la rinomata Accademia fiorentina.
Commissionato al pittore nel 1532, insieme ai ritratti di Petrarca e Boccaccio, avrebbe dovuto ornare una camera della dimora del colto banchiere fiorentino Bartolomeo Bettini, con ‘poeti che hanno con versi e prose toscane cantato d’amore’ nelle lunette delle pareti e al centro, una tavola con ‘Venere e Cupido’ dipinta dal Pontormo su cartone di Michelangelo, oggi nella Galleria dell’Accademia a Firenze. L’ambizioso progetto, rimasto incompiuto, coinvolgeva i maggiori pittori attivi in città a quella data e anticipava temi cari ai letterati della futura Accademia fiorentina, come la superiorità della lingua toscana e il rapporto tra arte e poesia.
Dei tre ritratti commissionati al Bronzino, solo quello di Dante ci è pervenuto. Conosciuto in passato attraverso un disegno preparatorio della testa del poeta, una copia su tavola e varie riproduzioni grafiche, è stato a lungo ritenuto disperso, finché la tela che qui si presenta non è stata rinvenuta in una collezione privata fiorentina e accolta dalla critica come l’originale del ritratto dantesco ricordato nella biografia vasariana dell’artista.
In allegato una foto della tela del Bronzino con il sindaco Nardella, il segretario generale della Biennale dell’Antiquariato Fabrizio Moretti e Sergio Risaliti
Fonte: Comune di Firenze - Ufficio stampa
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