Personalità e Disturbi di Personalità
La personalità (o carattere) è il risultatodella combinazione tra il temperamento (che è innato) ed esperienze di vita, che portano ognuno di noi a costruire un'immagine di sé, a dare significato al mondo, a determinare le modalità di relazione con gli altri ed a trovare soluzioni ai problemi di tutti i giorni. Può accadere però, che i meccanismi che permettono queste operazioni, funzionino in maniera anomala e quando la disfunzione si estende a vaste aree della vita sociale e interiore, assume la forma di Disturbo di Personalità (Semerari, 2003).
Quando sentiamo parlare di Disturbi di Personalità (DP) ci immaginiamo persone socialmente inabili e con tratti ben riconoscibili. In realtà il disturbo di personalità è caratterizzato dalla presenza esasperata e rigida di alcuni tratti di personalità presenti in ognuno di noi.
Ognuno di noi ha tratti di personalità che rappresentano il proprio stile di rapportarsi con gli altri: alcune persone possono avere in alcune circostanze una certa dipendenza da altre (tratto dipendente), altre possono proporsi, in alcune situazioni, in maniera seducente (tratto seduttivo), altre ancora possono avere, in certi ambiti, un elevato amor proprio (tratto narcisista)... Queste caratteristiche non sono patologiche di per sé, se flessibili e funzionali e se non provocano sofferenza, difficoltà personali e relazionali.
I Disturbi di Personalità (DP) invece presentano tali tratti (e non solo) in maniera rigida, estrema, disadattiva e pervasiva, anche in situazioni che non lo richiederebbero; possono essere considerati quindi come varianti patologiche della personalità normale e sono disfunzionali soprattutto all’interno delle relazioni interpersonali: ad esempio alcune persone hanno un costante bisogno degli altri per prendere decisioni, anche le più piccole; altri devono sempre dimostrare la propria superiorità/conoscenza/abilità in ogni campo, per altri ancora tutto deve sempre essere organizzato, perfetto e sotto controllo …
Spesso le persone con un DP presentano tratti così usuali e stabili che li portano ad avere, senza una reale consapevolezza, comportamenti rigidi e disfunzionali inducendo addirittura nell’altro reazioni negative nei loro confronti : questo li fa sentire vittime della situazione, alimentando il loro disturbo di personalità . Il motto di vita di molte persone con DP è “se non fosse per colpa degli altri o delle condizioni sfavorevoli, potrei essere molto più felice!”
Per questo le persone con DP non si rendono conto di avere un disturbo di personalità, proprio a causa della lettura immodificabile dei propri vissuti, degli altri e del mondo.
L’individuo con un DP è del tutto inconsapevole della propria patologia, in quanto questa è egosintonica (“sono fatto così” “è il mio carattere, non si può modificare!”) e alloplastica (si adatta all’ambiente esterno), di conseguenza, gli individui con DP, non avvertono ansia per i loro comportamenti maladattivi.
La prevalenza dei Disturbi di Personalità
Sono state effettuate ricerche sulla popolazione generale per stimare la prevalenza dei disturbi di personalità. Lo studio di Lenzenweger (1977) ha stimato una percentuale che va dal 9% al 13%, mentre lo studio di Weissman (1993) individua una percentuale intorno al 15 %. Questo significa che circa 1 persona su 10 soffre di un disturbo di personalità e, come afferma Lenzenweger, questo è un vero e proprio problema di salute pubblica.
Come sono suddivisi i Disturbi di Personalità?
La personalità può essere scomposta in diverse abilità tra le quali:
1) Modalità con cui vengono fatte le scelte
2) Modalità con cui ci si relaziona agli altri
3) Capacità di riflettere sui propri vissuti e su quelli degli altri
4) Comprensione della mente altrui
5) Modalità di fronteggiamento di situazioni complesse
6) Come e dove ho appreso le capacità precedenti
Sulla base della rigidità , della pervasività e delle difficoltà personali e relazionali che la persona riferisce, si può diagnosticare un Disturbo di Personalità.
I Disturbi di Personalità sono suddivisi in 3 gruppi.
• Il Gruppo A comprende le personalità più eccentriche, affette da uno di questi disturbi: Disturbo Paranoide di Personalità, Disturbo Schizoide di Personalità, Disturbo Schizotipico di Personalità.
• Il Gruppo B comprende le personalità eccessivamente emotive, drammatiche e imprevedibili, e possono essere affette da : Disturbo Antisociale di Personalità, Disturbo Borderline di Personalità, Disturbo Istrionico di Personalità, Disturbo Narcisistico di Personalità.
• Il Gruppo C comprende le personalità ansiose e timorose: Disturbo Evitante di Personalità, Disturbo Dipendente di Personalità e Disturbo Ossessivo-Compulsivo di Personalità.
Si può curare un Disturbo di Personalità?
Si! Ma è un lungo percorso.
Purtroppo, proprio per le caratteristiche del disturbo sopra descritto, è molto probabile che le persone affette da DP, diversamente da quanto accade alle persone con disturbi d'ansia, depressivi o ossessivo-compulsivi, rifiutino l’aiuto psicologico e neghino di avere un problema.
Infatti le persone con DP arrivano in terapia o perché “inviati” da altri ( per es: coniugi che stanno chiedendo la separazione, familiari preoccupati...) oppure a causa di ansia , depressione, disturbi alimentari o altro,chiedendo di eliminare i sintomi, ma non di curare il sottostante Disturbo di Personalità, del quale non sono consapevoli.
Non è tanto importante sapere se abbiamo o meno un DP e che nome abbia, è fondamentale invece capire come modificarsi per vivere meglio, come trovare strategie che ci facciano affrontare in modo funzionale e appagante la nostra esistenza.
Cambiare la propria personalità, sappiamo bene, che non è facile e se c’è addirittura un DP è ancora più difficile. Alcune persone con DP riescono a vivere una vita senza mai chiedere aiuto, ma con estrema fatica e sofferenza che provoca una profonda infelicità.
Avere un disturbo di personalità o un qualsiasi altro disturbo psichico, non è, né più né meno, che avere un disturbo fisico, di cui prendersi cura: se ci rompiamo una gamba non ci pensiamo due volte a rivolgerci all’ortopedico, invece, se non stiamo bene mentalmente, la stessa operazione di rivolgersi ad una persona competente in tale campo, non avviene nello stesso automatico modo.
Intraprendere una psicoterapia è un atto di umiltà verso se stessi, per questo è importante guardarsi dentro per capire se abbiamo bisogno di un aiuto professionale, cercando di abbattere i pregiudizi sia sui disturbi mentali, che sulla figura che ne prende cura.
Nel caso in cui vogliate suggerirci un argomento da affrontare o esporci una vostra problematica o preoccupazione scriveteci a studiopsicologicoilcammino@gmail.com, e noi vi risponderemo o pubblicando la lettera in forma anonima o affrontando la tematica da voi richiesta.