
Una raccolta firme depositata lo scorso 23 marzo non ha ancora destato la proprietà della Fattoria Fondi Rustici ad informare i sottoscrittori, ma più in generale tutta la cittadinanza locale, su quello che sarà il destino di questo grande complesso, ridotto ad una grande scatola vuota che nonostante la buona architettura che l'ha tenuta finora in piedi, non riesce più a resistere da sola contro la forza del degrado e dell'indifferenza. Ma come è possibile sottrarsi alla richiesta di un gruppo di cittadini, dato che sono trascorsi oltre due mesi senza comunicare alcun avviso o qualsivoglia giustificazione da parte degli interessati?
Ma d'altronde, non possiamo aspettarci molto se in questi dieci anni, oltretutto spesi inutilmente, solo due sono stati finora gli incontri concessi agli abitanti di Montefoscoli!
Quello che all'inizio dell'acquisizione, avvenuta nel 2004 ad opera della Provincia di Pisa con la partecipazione del Comune di Palaia, è apparso a talune persone un bel giocattolo, è diventato velocemente un giocattolo vecchio e assai costoso da mantenere. Infatti, appena fatto il "danno", la fattoria è stata rimessa in vendita, passando attraverso bandi pubblici complicati ed attese estenuanti per naufragare poi il tutto in un bicchiere d'acqua.
Energie mentali ed economiche guidate dalla sola ed unica idea: vendere il prima possibile, tralasciando ogni necessità primaria come quella di avviare un progetto di risanamento programmato specialmente per quanto riguarda le coperture del centro aziendale. Una situazione grave che va trasformando fisicamente questo patrimonio, un tempo fiore all'occhiello della Valdera, in un vero e proprio cumulo di macerie, oltretutto pericoloso per l'incolumità pubblica.
Siamo nel 2015. Cosa è cambiato? Assolutamente nulla!
Unica differenza è che altre porzioni di copertura sono crollate e - quando va bene - "rattoppate" senza peraltro rispettare i criteri del buon restauro. Ma come è possibile attivarsi - e non sempre - solo quando crolla un pezzo di tetto? Ogni porzione che viene a terra, e non servirebbe dirlo, è un pezzo di storia che se ne va irrimediabilmente per sempre!
Come del resto è successo alla volta dipinta della prima stanza della galleria, andata distrutta dal cedimento della copertura superiore lo scorso dicembre, che prima di essere trasformata in elegante salotto di accoglienza, è stata durante il '600 e il '700, la cappella privata della villa. Ciò significa che sotto l'apparato pittorico attuale si poteva nascondere (cosa che peraltro il crollo della volta ha già messo in luce) un ciclo di pitture ancora più pregevole, opera forse di Anton Domenico Bamberini, uno dei principali artisti fiorentini che si trovò a lavorare da queste parti.
Ma non c'è da rimanere meravigliati da queste rivelazioni, se è andato perduto molto di più di quanto poteva apparire all'occhio del profano, perché è altrettanto vero che se un edificio come questo, è stato vincolato ai sensi del D.Lgs. 42 del 2004, significa che evidentemente è stato riconosciuto di pregevole valore storico, architettonico ed artistico, e spetta alla proprietà l'obbligo morale ed economico, di preservarne ogni sua parte: l'art. 30 della suddetta legge ci dice che "Lo Stato, le regioni, gli altri enti pubblici territoriali nonché ogni altro ente ed istituto pubblico hanno l'obbligo di garantire la sicurezza e la conservazione dei beni culturali di loro appartenenza". E' o non è questa una fattoria riconosciuta monumento nazionale?
Nel prossimo inverno, quando torneranno a farsi insistenti le piogge o meglio dire, torneranno nuovamente le cosiddette "bombe d'acqua" sempre più frequenti, diverse porzioni di copertura, già visibilmente precarie, saranno le prossime a crollare, senza pensare alle infiltrazioni che andranno ad aggravare ulteriormente la conservazione già compromessa della magnifica galleria, che racchiude oltre trecento metri quadri di raffinate pitture. Pertanto non parliamo di fatalità, o di eventi accidentali, ma di pura negligenza, perché lo stato di conservazione è ormai da tempo visibile anche dall'esterno e sopratutto, sotto il giudizio e gli occhi di tutti.
Appare evidente che questa attesa ingiustificata e volutamente prolungata, nasconda oramai solo interessi personali dettati dalle imminenti votazioni regionali, perché aprire questo vaso di pandora, evidentemente, non fa certamente piacere a chi promosse a suo tempo questa acquisizione infausta e spregiudicata, compiuta con estrema leggerezza con i soldi pubblici di noi cittadini. Un bell'esempio ingrato di chi dovrebbe invece gestire e amministrare la cosa pubblica con alto senso civico ma soprattutto, con grande senso di responsabilità.
- Palaia
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Arch. Fabio Lazzereschi
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